Un dramma nel dramma della guerra è certamente la situazione dei bambini che escono in questi giorni dall’Ucraina da soli e senza essere accompagnati. Tanti stanno cercando di fare la loro parte, anche alla nostra associazione, il Progetto Famiglia, arrivano segnalazioni e le prime accoglienze. Ma la preoccupazione che questi minori possano finire nelle mani dei trafficanti è reale e inquietante. Il male purtroppo si infila ovunque, è subdolo e spesso passa anche attraverso i corridoi umanitari. Bisogna stare attenti ma è difficile pensare alla burocrazia e ai documenti quando si tratta di salvare vite umane.
Un’altra emergenza reale è quella dei bambini che stanno nascendo in queste settimane in Ucraina da mamme surrogate. Forse pochi sanno che proprio in Ucraina c’è il mercato internazionale più fiorente rispetto ai figli nati con Gestazione per altri. Si stima che solo in questo Paese ne vengano al mondo 200 ogni mese. Le donne “prese in affitto” da contratto, dopo aver partorito lasciano i bambini. Tra l’altro, nonostante la guerra, cercano di partorire in Ucraina e non in altre nazioni dove la pratica non è legale perché, se ad esempio una mamma in affitto partorisse in Polonia, poi sarebbe costretta a tenersi il bambino e non potrebbe di certo darlo alla coppia committente.
L’azienda che se ne occupa, la BioTexCom, sta cercando di sistemarli come può. Si è servita di un bunker, un rifugio antiaereo, ci sono le infermiere che si prendono cura di questi neonati. Ma i committenti, chiaramente di altre nazioni del mondo, come possono ritirare “il pacco” (scusate la crudeltà) in questo momento?
Come sempre sono i piccoli che pagano il prezzo più alto. Sono bambini sospesi, in attesa di un nome, in attesa di una famiglia, in attesa di essere amati. Nati da un accordo, un contratto economico che dà ad una famiglia senza figli, o ad una coppia omosessuale la realizzazione del desiderio di avere un figlio. Non povera gente, si intende. Solo i ricchi possono permettersi questa pratica assurda e offensiva della dignità umana. Quei ricchi che davanti alla guerra devono fermarsi. Forse non tutto si ottiene con i soldi, non tutti i desideri diventano diritti e lo dico con grande dolore mentre penso a quei bambini che nei loro primi giorni di vita avrebbero sì un diritto: quello di essere amati, abbracciati e protetti da una madre.
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