La vita è sacra

Dire “purezza” spesso vuol dire “pace”

Se ognuno di noi riconosce che l’altro è sacro chi farà più la guerra? Chi manderà a morire delle persone per un pezzo di terra, o per gli interessi economici legati a quel terreno, se ha compreso che ogni singola vita vale più del mondo intero? Chi lancerà bombe verso il prossimo, se ha capito che ogni esistenza è un tesoro di Dio?

La purezza è quella virtù che ci permette di vedere la persona sempre come un fine in sé e mai come un mezzo. In questi giorni ho riflettuto su questo in modo particolare, pensando ad un capo di stato che se ne sta nascosto in un bunker – non si sa dove… – e da lì manovra un esercito. I “suoi uomini” altro non sono per lui che dei soldatini senza alcun valore. Nella testa di chi sceglie la guerra, ciò che avviene sul campo di battaglia è paragonabile ad una partita di Risiko: “Sono in vantaggio, ho dieci carri armati, ne posso anche sacrificare cinque, se significa conquistare un territorio”. Peccato che la guerra tra Russia ed Ucraina è reale, non si tratta della partita ad un gioco da tavola, e quei carri armati non sono piccole miniature di plastica: contengono persone, in carne ed ossa. Contengono vite, sogni, sentimenti, affetti, aspettative per il futuro.

E su quei territori, su quei campi di battaglia, sta avvenendo ciò che Papa Benedetto XV (opponendosi alla Prima Guerra Mondiale) ha definito un’“inutile strage”.

Ho pianto tanto per i civili colpiti, per i bambini indifesi o per gli anziani costretti a rifugiarsi in un bunker, magari camminando a stento. Ho pianto per tutte quelle vite spezzate prima del tempo e ho sentito forte, dentro di me, il monito della testimone della fede Marianna Boccolini: “Preghiamo Dio di farci sentire diminuiti di ogni morte nel mondo, di farci sentire partecipi della sofferenza altrui” (Tratto da: Massimo Reschiglian, Un mondo a colori. La storia di Marianna, Edizioni Porziuncola, Assisi (PG), 2019). La popolazione allo stremo è, sicuramente, ciò che più genera pena. Personalmente, mi fa sentire lo sdegno per un’umanità disumana. Ma poi, la mia mente va anche a tutti quei soldati che potrebbero starsene sereni nelle loro case, con le proprie mamme, le mogli, i figli… invece sono mandati a morire al fronte, come carne da macello.

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E penso: se solo fossimo educati tutti, sin da piccoli, che ogni singola vita umana è sacra; se solo sapessimo che agli occhi di Dio ciascun essere umano vale il suo sangue versato in Croce; se solo sapessimo che il corpo non è pura materia, ma tempio di un’anima immortale… La purezza è strettamente collegata alla pace. Perché se ognuno di noi riconosce che l’altro – chiunque altro! – è sacro… chi farà più la guerra? Chi manderà a morire delle persone per un pezzo di terra, o per gli interessi economici legati a quel terreno, se ha compreso che ogni singola vita vale più del mondo intero? Chi lancerà bombe verso il prossimo, se ha capito che ogni esistenza è un tesoro di Dio? Certo, puri di cuore non si nasce, si diventa. La purezza non è automatica e non è nemmeno una qualità innata. Occorre un lavoro, perché in noi esiste la tentazione. Siamo reduci da un evento catastrofico, chiamato peccato originale, che ha ferito il cuore umano. Siamo divisi tra il bene e il male.

Dobbiamo lottare per vincere contro Satana e le sue seduzioni. Se questa lotta non avviene, succede ciò che vediamo in questi giorni nei telegiornali. Papa Francesco spiega che la purezza di cuore è il risultato di un processo che implica una liberazione e una rinuncia. Il puro di cuore ha vissuto una semplificazione interiore, imparando a rinnegare in sé il male, cosa che nella Bibbia si chiama circoncisione del cuore. Inoltre, il Papa parla del cuore ricordando che nella Bibbia esso non consiste solo nei sentimenti, ma è il luogo più intimo dell’essere umano, lo spazio interiore dove una persona è sé stessa (Cfr. Udienza del 1 aprile 2020).

Ognuno di noi è mancante, ognuno di noi, anche se non sta dirigendo una guerra, deve chiedersi quanto puro sia il suo cuore; se vede gli altri come gemme preziose o li usa per il proprio comodo. Non dobbiamo temere se ci sentiamo mancanti, se sentiamo di aver bisogno di vivere in modo più puro la nostra vita. Semplicemente, cominciamo a cercare di più la presenza di Dio in noi. Un vaso riempito di cose vere, onorevoli e pure difficilmente avrà spazio per altro. Ed è certo: un cuore che confida in Dio crescerà in purezza.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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