Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5,27-32)
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa.
C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola.
I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
Il commento
“Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa” (5,29). Voglio partire da un dettaglio che potrebbe essere trascurato e che invece contiene una verità essenziale: Luca sottolinea – ed è lui solo a farlo – che Levi “preparò a lui” un grande banchetto. Sta parlando di Gesù. Da quando ha scelto di diventare discepolo l’unica cosa che gli interessa è quella di mettere al servizio del Vangelo la sua vita, la sua casa, i suoi beni e tutto quello che possiede, amicizie comprese. Non è solo un banchetto per fare festa con il Maestro ma una festa che coinvolge tanti altri amici. Non è una festa di addio per salutare gli amici di una volta ma un ricevimento che offre anche a loro la possibilità di incontrare il Signore e, perché no!, di fare la stessa sua esperienza, quella che lo ha condotto a riconoscere la voce di Dio nella persona e nella parola di Gesù. Egli vuole fare in modo che Gesù sia conosciuto e dunque che la sua parola possa raggiungere molte altre persone.
È una scena bellissima e carica di provocazioni. Fino a quel momento, lo scrupoloso esattore delle tasse era solito prendere dagli altri; ora invece è disposto a donare, anzi desidera mettere tutto a disposizione del Regno perché niente più gli appartiene, una sola cosa gli interessa: far conoscere Gesù. E difatti l’evangelista annota che “c’era una folla numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a tavola” (5,29). Non vengono solo gli amici e i colleghi ma anche tanta altra gente, una folla anonima e curiosa di vedere con i propri occhi quello di cui tutti parlano. La casa di Levi diventa così una casa aperta a tutti. È questo lo stile del discepolo che anche noi dobbiamo acquisire: un vero discepolo non si chiude nel privato ma s’impegna a fare della vita una casa che accoglie tutti; non cerca di stare al riparo dei problemi, ma sente la responsabilità di fare la sua parte per dare a ciascuno la possibilità di condividere la gioia della fede. Sono questi i frutti della conversione. Ed è questa la grazia che oggi chiediamo.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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