5 Marzo 2022

Aggrappiamoci a Maria

Primo sabato di Quaresima, primo sabato del mese. Ieri nella notte i russi hanno attaccato la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa. L’incendio è stato domato. Ciò che poteva accadere ha proporzioni che nemmeno possiamo immaginare.

Siamo onesti, la pagina della croce vorremmo volentieri cancellarla o strapparla dalla Scrittura, dalla storia, dalla nostra vita. Un innocente che muore sulla croce, una madre costretta ad assistere ai patimenti e alla morte di un figlio. Che cosa c’è di più disumanizzante, di più doloroso, di più incomprensibile? Eppure, se non facciamo lo sforzo di entrare in quell’ora di agonia, di inserirci in quel dolore rischiamo di perdere l’appuntamento con l’eternità.

Siamo chiamati a porci accanto a Maria. Lei è lì, c’era al momento della nascita del Redentore. C’è nel momento della sua morte. Ogni donna, ogni madre c’è nell’ora di un Figlio. Il patire di un figlio è quello di una madre. È un tutt’uno e nel mistero del legame di Maria e Gesù è ancora più smisurata questa unità. La croce, il dolore e la sofferenza sono i luoghi limite nei quali l’amore sprigiona tutta la sua potenza di trasformazione che solo chi si abbandona nelle braccia del Padre come il Signore crocifisso, può sperimentare. È la croce che rende maturo ed adulto il nostro amore e, senza passare attraverso il dolore, la nostra vita non potrà mai dirsi vissuta fino in fondo. Ecco perché Gesù chiede che il suo discepolo condivida ogni attimo della sua esistenza, dalla predicazione ai miracoli, dalla croce alla resurrezione perché l’amore vero condivide della persona amata tutto e sempre.

Scrive Giovanni: “Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. (Gv 19,26). Innanzitutto, Gesù vede la madre. Quale grande consolazione quello sguardo posato su di Lei avrà avuto in quel momento di solitudine e abbandono. Vede la madre e forse in un attimo anche nel suo cuore saranno passati tutti i giorni trascorsi con Lei. Sotto il suo sguardo ha imparato a camminare, a vestirsi, a mangiare, a pregare, ad amare Dio. E ora sotto quello sguardo deve imparare anche a morire, a compiere l’ultimo gesto prima di adempiere completamente alla volontà del Padre. Allo sguardo, seguono le parole: “Donna, ecco tuo figlio”. Perché non la chiama col suo nome «Maria» perché non la chiama mamma? E poi quell’appellativo sulle labbra di Gesù: «Donna»!, esattamente come a Cana, il giorno di quelle nozze, quando lei l’aveva interpellato. Il popolo nuovo sta nascendo. Ecco che Maria riceve una nuova maternità, Lei diventa la Madre di tutti, una nuova vocazione. La nostra mamma, la madre della Chiesa. Abbiamo una Madre! “Santa Maria, Madre di Dio, Madre nostra, insegnaci a credere, sperare ed amare con te. Indicaci la via verso il suo regno!” (Spe salvi, 50). Ogni giorno.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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