28 Febbraio 2022

“Posso ospitare quattro persone”: il cuore grande dei polacchi

È commovente in queste ore drammatiche dove certamente ognuno di noi vorrebbe fare qualcosa di concreto, vedere come i popoli che confinano con l’Ucraina stanno cercando di fare del loro meglio per aiutare chi è in fuga. Così che alla stazione di Leopoli, al binario 2 si leggono queste frasi scritte sui cartelli da polacchi: “ho due letti liberi”; “posso ospitare 4 persone”. Prendono questi loro fratelli, sconosciuti e terrorizzati e se li portano a casa. Danno loro un rifugio, un tetto un pasto caldo. Fanno tutto quello che possono.

Mentre la politica fa la sua parte, i governanti cercare sanzioni più severe o tavoli di confronto, la storia, come sempre, è fatta dal basso che non si vede. Qualche giorno fa la Chiesa polacca, attraverso le parole di Stanislaw Gadecki, arcivescovo di Poznan, aveva lanciato un appello: «Chiedo a tutti i credenti e alle persone di buona volontà di essere aperti verso chi ha bisogno di un rifugio». Il suo invito non è caduto nel vuoto. La Polonia già ospita da anni sul suo territorio 2 milioni di profughi ucraini fuggiti dal loro Paese a seguito delle varie crisi che si sono succedute. La Chiesa ha sempre fatto la sua parte con grande dedizione, ciò che dice è preso in grande considerazione dai cattolici. Mentre la guerra entra nel vivo, si vuole far sentire anche la preghiera e la fraternità: «In connessione con la richiesta del Santo Padre Francesco mi rivolgo ai Vescovi e a tutti i fedeli affinché il Mercoledì delle Ceneri sia celebrato nella Chiesa in Polonia come giorno di digiuno e preghiera per la pace e la solidarietà con l’Ucraina», ha detto il presidente della Conferenza episcopale polacca.

Accoglienza e preghiera. Fare spazio materialmente nelle proprie case e nel proprio cuore, pregando per i fratelli ucraini. È un’operazione ancora più difficile ora che cercavamo di uscire dallo spettro della pandemia. Questi due anni di coronavirus ci hanno resi lontani dagli altri, costituivano un pericolo, una fonte di possibile contagio. Siamo chiamati a rimetterci in gioco. All’Angelus di ieri 27 febbraio, papa Francesco con il cuore straziato ha rinnovato il suo grido di pace: “Chi fa la guerra dimentica l’umanità, non sta con la gente, non si interessa della vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto l’interesse di parte del potere”. Cerchiamo anche noi nella nostra vita quotidiana di non dimenticare l’umanità a scapito degli interessi personali. Come ci ha insegnato Madre Teresa di Calcutta che un giorno alla domanda: “Madre, cosa posso fare per la pace nel mondo?”, rispose: “Torna a casa e ama la tua famiglia”.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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