Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9,41-50)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».
Il commento
“Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me” (9,42). In questo brano il verbo scandalizzare ritorna quattro volte, si tratta dunque una parola decisiva per comprendere la parola di Gesù. Anche se spesso resta legato all’accezione negativa di scandalo, inteso come un comportamento gravemente immorale, questo verbo ha diversi significati. Possiamo pensare alla corruzione e alla disonestà ma anche alle azioni indecenti. L’espressione scandalizzare i piccoli fa istintivamente pensare alla pedofilia. Quest’interpretazione è ben lontana dall’insegnamento che Gesù vuole consegnare ai discepoli. Per fare una lettura corretta dobbiamo considerare il contesto immediato in cui l’evangelista ha inserito questa parola. Il secondo annuncio della passione ha suscitato non pochi imbarazzi nel gruppo apostolico, al punto che i discepoli non hanno avanzato alcuna richiesta di spiegazione. È stato Gesù a intervenire per ricordare che nella comunità cristiana chi vuole essere il primo deve diventare il servo di tutti (9,35). Subito dopo troviamo una parola che offre i criteri essenziali per giudicare persone e cose nella luce della fede (9, 38-40).
Gesù parla ai discepoli che hanno una responsabilità nella comunità ecclesiale. Chiede loro di fare attenzione alle scelte e alle azioni che compiono per non scandalizzare i piccoli, cioè quei discepoli che non sono ancora abbastanza maturi e possono restare turbati. Certo, lo scandalo può venire da quelle scelte che non sono conformi alla morale e contrastano con la fede. Ma non può essere confinato solo in questo ambito. Può dare scandalo anche il fatto di cercare il primo posto; oppure la ricerca ostinata di sicurezze invece di abbandonarsi alla divina Provvidenza. Anche rifiutare la croce può rappresentare uno scandalo. In un tale contesto l’invito a non scandalizzare riguarda i discepoli chiama in causa anzitutto la modalità di vivere la fede e cioè tutti quei comportamenti che offuscano la novità del Vangelo. Impegniamoci tutti ad essere più vigilanti. È una grazia che chiediamo in modo particolare per i sacerdoti.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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