Non importano i problemi dell’Europa, per Macron l’aborto deve diventare “diritto fondamentale”
Il presidente francese Macron: “La tutela dell’ambiente e il riconoscimento dell’accesso all’aborto dovrebbero entrare nella Carta dei diritti fondamentali”. Ma che nesso hanno le due cose? Sarà forse una stoccata alla nuova presidente del Parlamento europeo, eletta al posto di David Maria Sassoli, la maltese Roberta Metsola?
Il presidente Emmanuel Macron presentando alla Plenaria del Parlamento europeo il semestre di presidenza francese dell’Ue ha detto che “La tutela dell’ambiente e il riconoscimento dell’accesso all’aborto dovrebbero entrare nella Carta dei diritti fondamentali”, che “va aggiornata”. Macron ha anche annunciato, per febbraio, “un vertice per il futuro degli oceani” perché – ha sottolineato – “l’Europa è una potenza marittima”. Ha detto molte altre cose ma questo collegamento della tutela dell’ambiente e l’aborto come “diritto” suona proprio male.
Parole fuori contesto, inaspettate. Anche il corrispondente del Tg1 da Bruxelles sembrava imbarazzato nel riferirle. Quelle di Macron sul diritto d’aborto in Europa sembrano piuttosto una risposta alla neo eletta presidente Roberta Metsola da sempre a favore della vita. Parole fuori contesto per molti motivi. Non ultimo l’inverno demografico, che spaventa addirittura la Cina, poi perché l’ambiente comprende per primo l’essere umano. Macron spinge per far diventare l’aborto un “diritto” addirittura “fondamentale”. Che, di fatto, già lo è. Il lungo e altisonante discorso tocca gli investimenti per l’agenda climatica, digitale e tecnologica, quella sociale e per la difesa, poi la riforma dello spazio Schengen con l’obiettivo di “proteggere le nostre frontiere esterne” e l’elaborazione di “una forza intergovernativa di intervento rapido”. Sul dossier immigrazione bisogna “agire con accoglienza solidale e condivisa tra gli Stati membri come abbiamo fatto tra il 2018 e il 2021” dice Macron.
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E poi lo “stato di diritto”, la bandiera dell’Europa moderna. “Lo stato di diritto non è stato inventato a Bruxelles, come sentiamo in certe capitali. Lo stato di diritto è il nostro tesoro, è la nostra storia e si tratta di convincere i popoli che se ne sono allontanati. La fine dello stato di diritto è l’inizio dell’autoritarismo”, ha detto inoltre Macron. Dietro all’attacco allo stato di diritto “c’é una lotta ideologica sostenuta da svariate potenze autoritarie alle nostre frontiere”. Poi ancora parole sul gas russo, il nucleare, l’Ucraina e sulla democrazia. “L’Europa si fonda su tre grandi promesse, dice Macron. Una promessa di democrazia, che è nata ed è stata rivitalizzata nel nostro continente. Una promessa di progresso e una promessa di pace. Lo sgretolamento attuale che vediamo viene a scuotere queste tre promesse, la nostra sfida è di rispondere in profondità alla questione della rifondazione di queste tre promesse. La presidenza francese promuoverà valori che a forza di essere considerati acquisiti sono diventati più fragili”. Chissà se fra i valori “più fragili” voleva intendere anche l’aborto! Una strana richiesta quella del presidente Macron. L’aborto buttato lì, all’inizio di un discorso programmatico. C’era proprio bisogno? Già, il politically correct lo esigeva. Ma cosa c’entra? Con i tanti problemi attuali che l’Europa deve affrontare, e le tante vittime per la pandemia, perché parlare di aborto che, anche se non si dice, causa altre vittime. Forse la nuova presidente del Parlamento europeo, eletta al posto di David Maria Sassoli, la maltese Roberta Metsola avvocato, esperta di diritto europeo, sposata col politico e manager finlandese Ukko Metsola, quattro figli, potrebbe non essere d’accordo con Macron….
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