Aborto Sull’aborto i media hanno coltivato coscienze Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 14 Gennaio 2022 Nessun commento su Sull’aborto i media hanno coltivato coscienze di Massimiliano Padula, docente stabile di “Scienze della comunicazione sociale” presso la Pontificia Università Lateranense Quanto ha influito la comunicazione mediatica sulla questione aborto? I media hanno contribuito nell’ultimo secolo a orientare scelte e opinioni, hanno coltivato coscienze e costruito immaginari collettivi. Oggi il tema necessita di una ricomprensione soprattutto dal punto di vista comunicativo. Ci sono temi complessi, che toccano la pancia e il cuore delle persone. Sono argomenti di difficile interiorizzazione, spesso letti alla luce di apparati valoriali precostituiti o ancora peggio sfumati da oscurantismi ideologici. Sono temi che talvolta oltrepassano il dibattito misurato e rischiano di confondersi in dispute sterili, in contrapposizioni di maniera, in conflittualità vuote. Riguardano l’uomo nella sua totalità, ma anche nella sua debolezza, nel suo essere limitato a dare sempre e comunque risposte certe e giuste. Tra questi c’è sicuramente la questione “aborto”. La parola deriva dal latino ab orior che significa perire, morire, venire meno nel nascere. È il contrario di orior (nascere) e rimanda all’intimità e al mistero dell’esistenza: quel perché nasciamo e viviamo che contraddistinguono i principali interrogativi di senso di un’umanità che si riflette nella società e contribuisce ogni giorno a cambiarla. Non deve sorprendere, quindi, che una questione così composita riempia il dibattito pubblico da più di 40 anni. L’indicazione temporale fa riferimento al contesto italiano e a quel referendum che, nel maggio del 1981, vide milioni di cittadini ribadire il proprio appoggio alla legge 194 che tre anni prima depenalizzava l’interruzione volontaria di gravidanza. La discussione era iniziata almeno un decennio prima diventando velocemente una delle istanze principali del movimento femminista e dei movimenti politici radicali. Aveva cioè cominciato a introdursi nell’opinione pubblica una tematica fino ad allora considerata tabù non solo da un punto di vista giuridico, ma soprattutto etico. Il peccato “aborto” era, infatti, quanto più di immorale potesse esserci come si ribadiva nella Costituzione pastorale del Concilio Vaticano II Gaudium et Spes: “Dio è padrone della vita, ha affidato agli uomini l’altissima missione di proteggere la vita. (…) L’aborto e l’infanticidio sono delitti abominevoli”. Ma venute man mano meno sia le garanzie legislative sia il peso sociale della religione a causa della secolarizzazione, la questione aborto oggi necessita di un processo di ricomprensione soprattutto da un punto di vista comunicativo. Leggi anche: Aborto, quello che i media non dicono I media, infatti, hanno contribuito nell’ultimo secolo a orientare scelte e opinioni, hanno coltivato coscienze e costruito immaginari collettivi. La celebre foto che ritrae Emma Bonino praticare un aborto clandestino (la stessa Bonino ha evidenziato come si trattasse di una simulazione dell’atto) è diventata un vero e proprio manifesto per gli oppositori. Di contro, le tante narrazioni spinte sulle difficoltà economiche o emotive legate alla gestione di una maternità non desiderata, hanno rappresentato la cornice speculativa entro la quale collocare campagne a favore. Questo effetto plasmante era certamente efficace al tempo dei media tradizionali, quando cioè il quotidiano cartaceo, la radio o la televisione fungevano realmente da agenti socializzanti e costruttori di cultura. Oggi la digitalizzazione dell’esistente sta smorzando progressivamente la funzione mediale di orientamento: i giornali hanno sempre meno lettori e la spettatorialità televisiva e l’ascolto radiofonico risentono e si rimodulano alla luce delle continue innovazioni tecnologiche. Questo caleidoscopio di cambiamenti investe anche il pubblico che, se da un lato ha più opportunità di conoscenza, di creazione e condivisione grazie all’estrema disponibilità e facilità dei social media, dall’altro incontra e si scontra con nuove insidie come le fake news, i discorsi d’odio o la disinformazione. Le difficoltà aumentano quando al centro del dibattito ci sono temi di decodifica non immediata, caratterizzati da un linguaggio tecnicistico e scientifico e che riguardano gruppi sociali più ristretti. È successo all’inizio della pandemia da Covid19 quando sono stati arruolati eserciti di virologi per spiegare i segreti del virus e renderlo prossimo e comprensibile a tutta la popolazione. Non succede per cause considerate ancora di nicchia come l’eutanasia o, appunto, l’aborto. La conseguenza del mancato approfondimento produce conflittualità argomentative, tifoserie, urla e contrasti insanabili che possono sfociare nell’odio: o si è a favore o si è contro, senza possibilità di abitare quella zona grigia fatta di ascolto, confronto, buon senso e capacità di immedesimarsi nella posizione altrui. Porsi in media res, non significa evitare di schierarsi né tantomeno assumere posizioni morbide riguardo l’aborto. Vuol dire scegliere di accompagnare e non di giudicare, di formare e studiare e non di affidarsi all’intuizione o alla vulgata corrente. In una sola espressione: decidere di comunicare “senza se e senza ma” che abortire resta un oltraggio alla meraviglia della vita e, nello stesso tempo, spiegarlo con ragionevolezza e competenza. I media digitali favoriscono questa estroflessione del sé, sono luoghi in cui proiettiamo ciò che siamo. In essi, infatti, l’individuo narra e rappresenta la sua umanità fatta di bellezze, ma anche di ombre. È questa la grande opportunità comunicativa offerta dalla cultura digitale: seminare (e non estirpare) il bene. Che nel caso della comunicazione del tema aborto significa coniugare il nostro rifiuto a ogni forma intenzionale di soppressione della vita ed insieme – come ha recentemente ribadito Papa Francesco – assicurare vicinanza, stare vicino alle situazioni, specialmente alle donne, perché non si arrivi a pensare che la soluzione abortiva sia l’unica possibilità. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag aborto, media ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Noi, portate in pellegrinaggio dai santi Martin”: quattro suore si raccontano “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? Per Paola Binetti sarebbe segno di speranza “Papà per scelta”: quando il sentimentalismo non lascia posto a un dibattito vero Il compleanno di vostro figlio, una tappa del viaggio della vita Chi è causa del suo mal pianga se stesso? La Vigna di Rachele non la pensa così… Ero ateo, sono sacerdote: mia madre pregava che trovassi la felicità “Prof, perché va a Messa, se insegna scienze?”. Io rispondo con la storia di Enrico Medi Quando c’è vera intimità? Quando vi donate davvero l’uno all’altra! Cambia impostazioni cookie Close GDPR Cookie Settings Panoramica privacy Cookie strettamente necessari Cookie funzionali (player di Youtube e Spotify) Powered by GDPR Cookie Compliance Panoramica privacy Questo sito web utilizza i cookie per offrirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie vengono memorizzate nel tuo browser e svolgono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili. Per ulteriori informazioni sui cookie utilizzati su questo sito leggi L'INFORMATIVA COOKIE Cookie strettamente necessari I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie. Abilita o Disabilita i Cookie Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie. Cookie funzionali (player di Youtube e Spotify) Questo sito Web utilizza i seguenti cookie aggiuntivi: (Elenca i cookie che stai utilizzando sul sito web qui.) Abilita o Disabilita i Cookie Attiva i cookie strettamente necessari così da poter salvare le tue preferenze!