4 Gennaio 2022

L’obbedienza, via della luce

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,35-42)
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì che, tradotto, significa maestro, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia», che si traduce Cristo, e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa», che significa Pietro.

Il commento

I suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù” (1,37). È una pagina luminosa e ricca di suggerimenti. Vi sono tutti gli elementi essenziali per vivere una matura esperienza di fede. Mi limito a richiamare un solo aspetto, quello che dà inizio all’avventura e rappresenta perciò il pilastro fondamentale. In primo piano appare l’obbedienza: Andrea e Giovanni si mettono sulle orme di Gesù perché ascoltano e accolgono con fiducia la parola del Battista che presenta Gesù come “l’Agnello di Dio” (1,36). Quell’annuncio suona come un comando che ha il timbro di Dio. In greco troviamo il verbo akoúo che significa ascoltare, potremo anche tradurre così: “avendo ricevuto la Parola, si mettono in cammino”. Questa scelta mostra l’interiore docilità dei discepoli. È solo il primo passo ma è quello decisivo perché permette loro di incontrare quel Gesù che segna il nuovo inizio della storia. L’obbedienza è la via ordinaria per camminare nella luce. 

Santa Teresa di Gesù Bambino è nata il 2 gennaio ed è stata battezzata due giorni dopo. Un anniversario da ricordare. Alcuni giorni prima della sua professione chiede a suor Agnese (la sorella Paolina) di pregare per lei e consegna questa intenzione: “Ditegli [a Gesù] di prendermi il giorno della mia professione se dovessi ancora offenderlo dopo, poiché vorrei portare in Cielo la veste bianca del mio secondo battesimo senza alcuna macchia, ma mi sembra che Gesù possa proprio farmi la grazia di non offenderlo più oppure di commettere solo degli errori che non l’offendono, ma soltanto umiliano e rendono l’amore più forte”  (LT 114, 3 settembre 1890). È questo il desiderio che ispira e orienta il cuore di questa giovane prima di stringere il suo patto nuziale con Gesù. Ed è questa la preghiera che vogliamo fare anche noi all’inizio del nuovo anno: non mancheranno le mancanze ma chiediamo la grazia di non offendere il Signore e di saper trarre vantaggio anche dagli errori perché, quanto più conosciamo la nostra fragilità tanto più scopriamo l’amore gratuito di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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