CORRISPONDENZA FAMILIARE
Con umiltà e affetto. Il Papa scrive agli sposi
27 Dicembre 2021
Il Vangelo della redenzione inizia da una famiglia, inizia con la famiglia. Questo avvenimento è una Parola che vale più di tanti discorsi, è la premessa per riconoscere alla comunità domestica il suo ruolo insostituibile nella storia della salvezza. Lo sottolinea anche Papa Francesco in un lettere che ha indirizzato agli sposi.
Una lettera confidenziale e affettuosa, quella che il Papa ha scritto “agli sposi e alle spose di tutto il mondo”. Ha voluto pubblicarla nel giorno in cui la Chiesa celebra la Santa Famiglia di Nazaret. Una data non casuale. Lo scorso anno scelse questa festa liturgica per annunciare un anno speciale della famiglia, invitando a riprendere e approfondire l’Esortazione Amoris laetitia. Quest’anno ha voluto inviare un messaggio che, fin dalle prime battute, presenta un tono familiare e premuroso: “Il momento che stiamo attraversando mi porta ad accostarmi con umiltà, affetto e accoglienza ad ogni persona, ad ogni coppia di sposi e ad ogni famiglia nelle situazioni che ciascuno sta sperimentando”. Parla come un amico che prende parte alle vicende della Chiesa domestica.
Dopo aver brevemente accennato alle questioni che ritiene più urgenti della vita familiare – sarà interessante ritornare su questa scelta perché dice la specifica sensibilità di Papa Francesco – la Lettera si conclude con l’invito a ricorrere più spesso all’intercessione dei Santi Sposi: “San Giuseppe ispiri in tutte le famiglie il coraggio creativo, tanto necessario in questo cambiamento di epoca che stiamo vivendo, e la Madonna accompagni nella vostra vita coniugale la gestazione della cultura dell’incontro, così urgente per superare le avversità e i contrasti che oscurano il nostro tempo”.
Vorrei partire proprio da questo riferimento finale, che potrebbe apparire fin troppo ovvio e quasi scontato, per una riflessione sul ruolo e il valore della famiglia.
Il Vangelo della redenzione inizia da una famiglia, inizia con la famiglia. C’è un particolare legame che esiste tra l’evento dell’Incarnazione e l’esperienza familiare: Dio entra nella storia mediante una famiglia, la sua vicenda è intimamente legata alla trama quotidiana di una concreta famiglia umana. Questo avvenimento è una Parola che vale più di tanti discorsi, è la premessa per riconoscere alla comunità domestica il suo ruolo insostituibile nella storia della salvezza. L’esperienza di Nazaret infatti è solo la primizia di una storia che, nelle intenzioni di Dio, coinvolge ogni famiglia. Con ciascuna di esse il Figlio di Dio desidera stringere un patto di piena condivisione. Papa Francesco ricorda agli sposi che Gesù è “vivo e presente in ogni momento della vostra esistenza”.
Il Figlio di Dio nasce e vive nel contesto di una famiglia ordinaria, almeno così appare agli occhi degli altri. A Nazaret Tutto ha il sapore della ferialità. Sappiamo con certezza che il Mistero avvolge quella casa di particolare luce. E tuttavia, tutto rimane nascosto. Tutto questo ricorda che Dio non sceglie di rivelarsi attraverso eventi spettacolari, quelli che attirano l’attenzione. Entra e rimane nella storia come un seme gettato nella terra. Nazaret ricorda a insegna che Dio vuole fare grandi cose attraverso la vita quotidiana. Una lezione che facciamo sempre fatica a comprendere.
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Tutto questo dona maggiore risalto al compito della famiglia. Il Vangelo di Nazaret ricorda e insegna che la casa domestica è la dimora di Dio, il luogo in cui ordinariamente il divino si nasconde e si rivela. Il vissuto quotidiano di una famiglia acquista così una sua interiore bellezza, nella fatica e nella gioia di ogni giorno il divino si rende presente con tutta la sua umile forza. La famiglia è chiamata allora a divenire segno di questo evento straordinario, a diventare essa stessa evento di grazia a partire dall’ordito quotidiano degli impegni di cui è intessuta l’esperienza coniugale e familiare.
Nazaret è l’immagine vivente della Chiesa di Dio, l’archetipo di quella fede che tutti i battezzati – sposi, sacerdoti e consacrati – sono chiamati a vivere. In questa esperienza, per quanto unica e irripetibile, troviamo le coordinate essenziali per fare della vita una buona notizia.
Ripartiamo dal principio, torniamo alle origini della storia della salvezza. Paolo VI invita a contemplare la famiglia di Nazaret, posta sulla soglia della redenzione, come faro che illumina la rotta dell’umanità: “Nazaret ci ricordi che cos’è la famiglia, cos’è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro e inviolabile; ci faccia vedere come è dolce ed insostituibile l’educazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nell’ordine sociale” (Paolo VI, Discorso a Nazaret, 5 gennaio 1964 in AL 66). Da Nazaret riparte la storia. Nella luce di questa testimonianza, umile e straordinaria, tanti altri sposi lungo i secoli hanno fatto della loro casa la dimora di Dio.
Questa vicenda umile e straordinaria non può rimanere un’icona da contemplare. Deve farsi carne nella vita delle nostre famiglie, a beneficio di tutta la Chiesa. Per questo, nella Lettera pubblicata ieri, Papa Francesco esorta gli sposi a partecipare attivamente alla vita ecclesiale e, in particolare, a dare il proprio contributo per ravvivare la pastorale familiare, mettendo a servizio di tutti il proprio carisma. Parole forti e significative che andrebbero ancora meglio sottolineate perché troppo spesso gli sposi percepiscono il loro ministero come un’appendice.
La Lettera è densa di spunti. Vale la pena ritornare su queste pagine. Dobbiamo però stare attenti a non moltiplicare le parole, possono rivestire di foglie un albero povero o privo di frutti. In questi giorni santi diamo più spazio alla preghiera e chiediamo la grazia di avere sposi desiderosi e pronti a fare della fede la ragione che ispira, motiva e orienta la vita coniugale e familiare.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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