6 Dicembre 2021
“Il pianeta è progettato per 3 miliardi di persone”, anche la casa dei miei nonni era per tre
Teresa Mannino, celebre comica e cabarettista, giovedì sera nell’ultima puntata di Zelig riporta l’infelice osservazione del ministro della transizione ecologica del governo Draghi, Roberto Cingolani: “Tutto il pianeta è sovrappopolato, c’è un problema di sostenibilità. Il pianeta è progettato per 3 miliardi di persone”. Ora, come sapete ne siamo circa 7 miliardi. Cosa facciamo? Eliminiamo più della metà per cercare di vivere meglio? Anche la casa dei miei nonni aveva solo 2 stanze, la cucina e la camera da letto, hanno vissuto due genitori più cinque figli. Cosa avrebbero dovuto fare eliminare la metà?
Certo a dare credito agli ambientalisti e alle campagne contro l’inquinamento che si stanno portando avanti negli ultimi anni, l’osservazione del ministro sembrerebbe avere delle fondamenta ma è esattamente il contrario. Prendiamo in considerazione i dati Istat: in Italia ormai da decenni i nuovi nati sono in calo vertiginoso. Nel 1964, anno del “baby boom” ci sono state 1.016.120 nascite, nel 2020, 404.000 nati contro 746.000 morti. Il ricambio generazionale non è garantito. Il nostro Paese tra non molto passerà secondo gli esperti da 60 a 30 milioni di abitanti, tutti molto anziani considerando che l’aspettativa di vita si è notevolmente allungata e che i giovani, dopo un investimento di 330 mila euro cadauno, vanno a portare le loro capacità all’estero.
Dietro ai dati demografici ci sono le cause culturali e sociali che sarebbero lunghe da analizzare. Basta dire che questo scenario può essere cambiato investendo sulla natalità e sul sostegno alle famiglie nell’aprirsi ad accogliere figli. Se riparte la natalità riparte anche la struttura economica del nostro Paese. Preciso e chiaro l’intervento di Gigi De Palo, presidente delle Associazioni familiari alla Quarta Conferenza nazionale sulla famiglia che si è svolta a Roma il 3 e 4 dicembre scorso.
Un appuntamento organizzato dal Dipartimento per le politiche della famiglia della presidenza del Consiglio dei ministri, in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti di Firenze, che ha visto anche la partecipazione del presidente del Consiglio Mario Draghi. Tanti i nodi cruciali, gli obiettivi e le possibili linee di azione/policy nel formato di una serie di raccomandazioni mirate che si sono discussi. Ma “è necessario ora fare un tavolo di riflessione serio e porci un obiettivo preciso: la ripartenza della natalità” ha detto De Palo. “Tutte le misure, assegno unico universale, asilo nido, agevolazioni per le donne in maternità devono avere come fine quello di incoraggiare le nascite”.
E ha ragione De Palo perché più giovani significa crescita del Pil, rafforzamento della sanità, diffusione del welfare. A me sembra che si prosegua in direzione contraria: vedi gli aborti in aumento, le donne non sono messe in condizione di accogliere una nuova vita, vedi frantumazione dell’istituto familiare, l’unico che può garantire il mantenimento della specie a differenza delle unioni “same sex”, vedi omologazione delle donne all’uomo manager, con grande frustrazione delle donne che si permettono di avere più di due figli. Insomma, la valanga dell’inverno demografico finirà per travolgere tutti e l’ambiente non si salva diminuendo i nati ma educandoli al rispetto e alla sobrietà. Chi ci ha progettati, caro ministro, un giorno ne chiederà conto.
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