Giornata contro la violenza sulle donne

Nel Parlamento inglese vietato l’accesso a madri con figli; il paradosso di questa giornata

Nel Parlamento inglese, la laburista Stella Creasy, è stata ufficialmente richiamata. Perché? Aveva portato il bimbo di appena 13 settimane con sé in aula. Non c’è che dire, un ottimo esempio di rispetto per le donne in una giornata come questa. 

Perché la maternità e i bambini diano così fastidio non l’ho mai capito? L’ultimo esempio di tale inspiegabile insulto all’umanità proviene dalla civilissima Inghilterra, Westminster per la precisione. La laburista Stella Creasy, 44 anni, dopo essersi presentata a un dibattito ai Comuni con il piccolo Pip, di appena 13 settimane, si è vista recapitare una comunicazione di richiamo da parte dell’amministrazione della Camera: “Se accompagnata da un bambino, non può sedersi sullo scranno in aula”, né partecipare ai dibattiti. Sì, amici cari, è questa la triste realtà che siamo costretti a denunciare proprio oggi nella Giornata contro la violenza sulle donne. «Nella madre di tutti i Parlamenti – ha commentato la laburista – le madri non devono essere viste o sentite». Non è forse questa una delle peggiori violenze che le donne sono costrette a subire?

Ma il peggio deve ancora venire. Pare che ad un certo punto il deputato conservatore Scott Benton abbia attaccato la collega sottolineando che, come fanno tutti i genitori che lavorano, avrebbe potuto lasciare il piccolo a casa con qualcuno che si occupasse di lui. «Cosa ti fa così speciale?» ha scritto in un tweet. A placare gli animi è intervenuto il presidente dalla Camera, Lindsay Hoyle, che ha fatto sapere di aver chiesto la revisione delle regole per l’accesso dei bambini in Parlamento. È «estremamente importante – ha ribadito – che i genitori di neonati e bambini piccoli possano partecipare appieno al lavoro dei Comuni».

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Creasy è impegnata da tempo in una campagna dal titolo suggestivo: “Questa mamma vota”. In particolare, la deputata laburista si batte contro la differenza di trattamento, varata con una legge all’inizio dell’anno, tra ministri e deputati in maternità o paternità. In breve, il budget messo a disposizione di questi ultimi per assumere collaboratori durante l’assenza non è lo stesso.

Downing Street ha ribadito il desiderio del premier Boris Johnson di fare del Parlamento un luogo sempre più «amico delle famiglie». Belle parole, ma per il momento restano solo… parole. Come abbiamo già avuto modo di dire, la questione è soprattutto di natura culturale. A nulla valgono leggi e regolamenti se non si valorizza il lavoro femminile in quanto tale. Di questo passo non mi sorprenderebbe se un domani trovassi vietato l’accesso agli uffici pubblici a madri e bambini. 




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Ida Giangrande

Ida Giangrande, 1979, è nata a Palestrina (RM) e attualmente vive a Napoli. Sposata e madre di due figlie, è laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Napoli, Federico II. Ha iniziato a scrivere per il giornale locale del paese in cui vive e attualmente collabora con la rivista Punto Famiglia. Appassionata di storia, letteratura e teatro, è specializzata in Studi Italianistici e Glottodidattici. Ha pubblicato il romanzo Sangue indiano (Edizioni Il Filo, 2010) e Ti ho visto nel buio (Editrice Punto famiglia, 2014).

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