Siamo a telefono per le nostre condivisioni periodiche. Cose tra amiche. Quasi sempre al centro il desiderio reciproco di aiutarsi a vivere la propria vocazione di sposa e di madre. Non pensate a picchi di alta spiritualità. Siamo molto concrete. La fede è fatta delle piccole cose quotidiane.
Ebbene durante l’ultima chiacchierata, di sottofondo il telefono di casa squilla allegramente e con insistenza. Bisognava rispondere. È la responsabile delle case di accoglienza della Fraternità di Emmaus. C’è da accogliere urgentemente un bambino di sei mesi. Delfina mi saluta dicendomi: “Devo andare a preparare la culla”. Una nuova maternità bussa alla porta del cuore prima che a quella di casa.
Delfina, la mia amica, quest’anno compirà 60 anni ma non si è ancora stancata di essere madre. Oltre i figli naturali, ha accolto, amato e accudito decine di altri figli. Non li ha mai contati. Non li hai mai inseriti in un elenco preciso ma ricorda i nomi, i volti, la storia di ciascuno ma soprattutto la data in cui sono arrivati all’Oasi e quella in cui sono partiti. Sono i momenti che scandiscono la sua maternità. Una maternità che non si è esaurita in quella biologica, lei e il marito Gaetano hanno quattro figli e cinque nipoti, ma continua nel tempo e soprattutto sembra non avere scadenze temporali.
È una maternità che si fa dono, gratuitamente e senza aspettarsi nulla. Quando arrivano all’Oasi, Delfina non sa quanto tempo si fermeranno. Pochi giorni, poche settimane, anni. A lei non interessa. Sa che nel tempo che Dio vorrà, lei è chiamata ad essere madre per questi figli. Un atteggiamento praticamente opposto a quello che si verifica quando leggiamo un articolo di un personaggio più o meno famoso che diventa madre a 60 anni o oltre con le tecniche di procreazione medicalmente assistita a fronte di una somma considerevole di denaro e spesso da sole senza il sostegno di una figura maschile. Scelte che rivelano un esasperato individualismo e il desiderio ad ogni costo di soddisfare un capriccio.
La storia che questo bambino porta con sé, come tutti gli altri che Delfina ha accudito in questi anni, è a tratti drammatica. Ma proprio per questo è importante avere una madre disponibile a prendersi cura di lui non a ore. A tempo pieno. Una madre disponibile a donare tenerezza e amore. Quello di cui tutti i bambini hanno bisogno per crescere. So che anche per questo scricciolo di sette mesi prima della culla, ci saranno tante coccole e attenzioni da una madre e da una famiglia che lo attende con gioia.
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