27 agosto 2021

27 Agosto 2021

Ci basta sapere che verrà

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25,1-13)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

Il commento

Le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa” (25,10). È una parabola intrigante e ricca di simboli (il numero dieci, l’immagine nuziale, l’olio e le lampade) ma occorre leggere tutto nella cornice del giudizio ultimo e decisivo, come appare nel riferimento alla “porta chiusa” che mette in grande angoscia coloro che sono rimasti fuori (25,11). È un tema che oggi è praticamente scomparso dalla predicazione e dalla coscienza collettiva. Eppure si tratta di un capitolo essenziale per la fede, come ricorda l’apostolo Paolo: “Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male” (2Cor 5,10).

Non possiamo sapere quando arriva lo Sposo. Ci basta sapere che verrà. Il grido che annuncia la sua prossima venuta risuona solo nel cuore della notte, quando tutti dormono e nessuno lo aspetta (25,6). Dio sembra indugiare. Anzi, si nasconde. Non dobbiamo però confondere ritardo con assenza. Non dimentichiamo che proprio il Vangelo di Matteo si chiude con una solenne promessa: “Io sono con voi tutti i giorni” (Mt 28, 20). Non solo è sempre presente ma chiede di essere riconosciuto e amato nei fratelli più piccoli (Mt 25, 40). La parabola si chiude con questo preciso ammonimento: “Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora” (25, 13). Dio agisce con suprema libertà. Egli viene come e quando vuole. A noi spetta rimanere in ascolto per riconoscere e accogliere la sua presenza nelle vicende più umili della storia. Il giudizio ultimo è posto al termine di un’esistenza in cui tante altre volte egli è passato: se lo abbiamo riconosciuto e servito lungo gli anni della vita, quando verrà il momento decisivo non avremo alcuna difficoltà ad accendere le lampade e partecipare al corteo nuziale. Siamo certi che l’olio non mancherà. Oggi chiediamo la grazia di perseverare con la stessa determinazione di Teresa di Lisieux che, già gravemente ammalata, scrive in una lettera: “Bisogna che io cammini fino all’ultimo mio istante” (LT 239).



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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