Ieri ho ascoltato un uomo molto appassionato spiegare come si comportano gli animali di bosco e ne ho anche visti diversi in una riserva naturalistica meravigliosa che si trova sulla Sila in Calabria. Forse non interesserà a tutti ma gli animali hanno dei comportamenti che io ignoravo completamente e la cosa che più mi ha colpita è la differenza tra maschi e femmine nelle varie specie: dall’aquila ai pipistrelli che non toccano mai il suolo altrimenti non volano più, alle donnole o alle farfalle. C’è chi perde i peli, chi ha occhi sulle ali per far paura agli uccelli, zanzare enormi che non pizzicano e piccole farfalle colorate che invece hanno un potente veleno al tocco.
Insomma, ero incantata come quando si racconta ad un bambino una favola per la prima volta. E facevo più domande di tutti i presenti in barba al fatto di auto classificarmi come una perfetta ignorante al riguardo. Alla fine, mi sono anche buttata per prendere una tarantola in mano ma mio marito mi ha trattenuto sussurrandomi che c’erano i bambini in fila. Una regressione infantile? No, uno stupore misto a gratitudine per tutto quello che il buon Dio ci ha donato. Credo che le vacanze debbano servire anche a questo, a riconquistare il terreno della distanza tra noi e la natura, tra ciò che è già bellezza infinita senza l’intervento umano.
Uno stupore che dovremmo recuperare anche nei confronti dell’uomo. Sono arrivata all’inizio delle mie vacanze amareggiata per tante situazioni. Sulla soglia dei miei …anta ho attraversato tante difficoltà ma non riesco ancora a rassegnarmi alla cattiveria. Non ci riuscirò mai. Mi rifiuto di pensare che il cuore dell’uomo lasci lo spazio all’ingordigia del potere o della vanagloria. Eppure è quello che accade quando al primo posto mettiamo noi stessi e i nostri desideri. Quando pensiamo di realizzare i progetti di Dio e invece inseguiamo solo i nostri sogni. Quando indossiamo la maschera dell’ipocrisia e siamo capaci di calpestare l’amicizia e il bene in nome di un progetto personale.
Il mare, il cielo azzurro, le passeggiate nei boschi, le sorgenti di un fiume, mi hanno disintossicata di tutto il male e la delusione che si erano impadroniti della mia anima. Apparentemente la mia vita andava avanti come sempre ma dentro, le attese deluse scavavano vuoti pericolosi. In questi momenti la preghiera ha bisogno di diventare plastica attraverso un rapporto più ravvicinato con la natura. Il cuore libero dalle sovrastrutture si pacifica, si rigenera, recupera aria.
Il direttore dell’area naturalistica spiegava che il cormorano, un uccello bellissimo, può restare in apnea anche 40 minuti, un po’ come i pinguini. Un tempo lunghissimo. Credo di essere stata in questi mesi un cormorano. Sono rimasta in apnea sperando in un esito diverso di tante situazioni. Ma il contatto con la natura mi ha ricordata che io sono fatta per respirare, cioè per accogliere il respiro di Dio e donarlo. Fa bene ogni tanto ricordarlo, per ripartire.
Vai all'archivio di "Con gli occhi della fede"
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento