Mentre lo spettro della violenza e del ritorno al passato si abbatte sulla storia del popolo afghano non possiamo non pensare alle donne. Alla loro bellezza, agli sguardi celati dietro il burqa. Al tentativo di distogliere la realtà dagli occhi delle donne. Sì, perché privare le relazioni con il mondo esterno dello sguardo della donna significa impoverire tutta la società.
Solo la donna può e sa immettere nel fiume della convivenza civile quella capacità di accoglienza, bontà, aiuto concreto che comincia dagli occhi prima che dalle parole o dai gesti. Non è solo questione di modernità, rendere invisibile agli occhi del mondo il corpo delle donne significa scegliere di fare a meno della loro presenza, della capacità di condurre a sé l’amore e riversarlo sull’altro. Si interrompe in qualche modo il flusso di bene che scorre nelle vene di un popolo.
La donna visibile in anima e corpo è per sua natura seducente, nel senso che conduce a sé, attrae a sé ma non per possedere o per appropriarsi di qualcosa ma per orientarlo all’amore. Mi rendo conto che la seduzione è sempre stata presentata nella sua accezione negativa. A partire da quella che satana opera nei confronti di Eva, passando poi per la letteratura antica con il potere seduttivo che Omero attribuisce alla maga Circe o alle Sirene che con il loro canto dolce attiravano i naviganti verso la distruzione. Anche Paolo e Francesca nella Divina Commedia perdono la vita perché sottomettono la ragione alla passione e così l’anima sedotta dal piacere è condotta alla morte.
Così la seduzione è diventata culturalmente uno stato di perdizione in cui i sensi o il desiderio narcisistico di possedere qualcuno ha la prevalenza su tutto. Ma la seduzione può essere usata per il male come per il bene. E nella donna a mio avviso è presente per questo secondo fine. Solo che spesso lo dimentichiamo o lo riduciamo solo ad una questione estetica.
Quando una madre al figlio appena nato per calmarlo parla dolcemente e sussurra parole d’amore, lo distoglie dal motivo per cui sta piangendo. Così come quando un figlio che vive lontano chiama una mamma al telefono con la scusa di chiederle come si mette una lavatrice e invece voleva solo calmare il suo cuore in subbuglio. Quando una donna è amica di una persona, uomo o donna che sia, la sua seduzione è nella capacità di ascoltare, fare proprio il dolore, portarlo dentro di sé. Una donna che sorride in un momento di particolare sofferenza è un raggio di luce nelle tenebre della disperazione.
La seduzione non ha nulla a che vedere con il modo di vestire o di truccarsi. Io conosco donne che hanno o hanno avuto su questa terra un fascino e una seduzione invidiabile. Sante come Chiara d’Assisi, Teresa di Gesù Bambino o per stare ai giorni nostri Madre Teresa di Calcutta o Madre Anna Maria Canopi. E poi vogliamo parlare di Chiara Corbello Petrillo o forse di Chiara Luce Badano? Donne infiammate di amore per Dio che conducono non a sé ma a Dio. La loro forza, il loro potere ancora oggi è quello di attrarre per condurre al Re. È questo il segreto della seduzione femminile. Quello che gli uomini in generale faticano a comprendere perché devono allenare il loro sguardo ad andare oltre la bellezza del corpo.
Vai all'archivio di "Con gli occhi della fede"
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento