18 agosto 2021

18 Agosto 2021

Inizia la partita

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 20,1-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Il commento

Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna” (20,1). Nelle pagine dell’antica alleanza la vigna è l’immagine del popolo d’Israele. È bene perciò sottolineare il pronome possessivo: non è una vigna qualsiasi ma la sua vigna, quella che Lui ha scelto: “Vi prenderò come mio popolo e diventerò il vostro Dio” (Es 6,7). Queste parole, che il Signore consegna a Mosè, lasciano intravedere il suo legame privilegiato con Israele. La parabola evangelica è l’eco fedele di questa storia, annuncia e conferma che Dio resta fedele alla sua alleanza. Per questo s’impegna a chiamare operai e lo fa con scrupolosa insistenza. Cos’è successo? Perché servono i lavoratori? Oltre alla normale attività che una vigna comporta, dobbiamo considerare la condizione di degrado in cui s’è venuta a trovare che fa dire al salmista: “Dio degli eserciti, ritorna! Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna” (sal 80,15). Questa struggente invocazione fa capire perché Dio non si stanca di chiamare, la vigna che Lui stesso ha piantato è in rovina: “La devasta il cinghiale del bosco e vi pascolano le bestie della campagna” (sal 80, 14). Il buon Dio non può stare a guardare, per questo interviene con quell’ostinazione che nasce dall’amore.

Nelle parole di Gesù la vigna di Dio non riguarda solo il popolo d’Israele ma l’umanità tutta intera. Il lavoro che egli desidera compiere, non si realizza nell’arco di una generazione né sono sufficienti i secoli ma accompagna tutta la vicenda umana. Fino alla fine. Nella strategia di Dio non sono previsti spettatori. Tutti sono invitati a scendere in campo, a ciascuno è affidato solo un piccolo pezzo di quest’immenso campo. E ciascuno deve fare la sua parte, sapendo che… è solo una piccola parte di un’opera immensa. Non si tratta di un impegno che possiamo gestire a tempo perso. È un lavoro full time che richiede fedeltà e generosità. Con Gesù inizia la partita decisiva. Oggi chiediamo la grazia di rispondere con tempestività alla chiamata.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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