17 Agosto 2021

Quegli uomini che cadono sulle nostre teste | 17 agosto 2021

L’11 settembre 2001 stavo stirando quando mio marito mi chiamò per dirmi: “Accendi la TV”. Mio figlio dormiva beato per il riposino pomeridiano. Ricordo che dopo aver visto le immagini degli aerei schiantarsi contro le Torri gemelle del World Trade Center a New York, sono andata a prenderlo dalla sua culla e l’ho fatto dormire tra le mie braccia fino al suo risveglio. Per proteggerlo. Anche se il disastro era dall’altra parte del mondo, il dolore e l’angoscia era arrivato fino a noi. Eravamo tutti atterriti e increduli. Le immagini delle Torri strette nell’incendio, gli uomini e le donne che per salvarsi si lanciavano nella speranza di essere raccolti da qualcosa o da qualcuno…Un inferno.

Vent’anni dopo mi siedo su quello steso divano e alla TV vedo le immagini di due uomini che cadono nel vuoto dopo essere rimasti attaccati ad un aereo in partenza da Kabul nella speranza di restarci fino all’atterraggio. L’Afghanistan, così come era stato tra il 1996 e il 2001, torna nelle mani dei talebani. Dove abbiamo fallito? Come è potuto accadere? Cosa abbiamo costruito in questi vent’anni? Che fine faranno le donne e le bambine?

“Le donne potranno uscire di casa e studiare” ha assicurato il portavoce Suhail Shaheen parlando alla Bbc dopo la presa di Kabul. Possiamo dare credito? La storia ci dice che durante il regime talebano, in Afghanistan alle donne non veniva permesso di uscire di casa, se non accompagnate da un uomo. Non potevano truccarsi, usare smalto, indossare gioielli. Non potevano lavorare, frequentare la scuola. Il burqa obbligatorio.  Quante donne in quegli anni si sono tolte la vita?

Dopo la caduta del 2001, poco alla volta si sono rese visibili. Hanno anche ricevuto di nuovo il diritto di voto che era stato negato. E ora? “Sentiamo tantissime storie orribili, di ragazze portate via con la forza, costrette a sposarsi con uomini che non hanno mai visto. E allora pensiamo che l’unica cosa che possiamo fare è fuggire da qui, dalla nostra casa” raccontano al Corriere della sera Nahal e Mahvash, due sorelle, ragazze single che non hanno mai indossato il burqa. Il direttore del canale d’informazione afghano Tolo News, Lotfullah Najafizada, ha twittato sul suo profilo una foto nella quale un uomo copre con della vernice alcuni poster che ritraggono donne su un muro a Kabul.

Dobbiamo aspettarci il peggio. La violenza ha un volto che neanche possiamo immaginare. In quei due uomini che cadono da quell’aereo in volo ci sono tutte le speranze, gli sforzi, le lotte di chi ha creduto che in questi anni le cose potessero cambiare. Cosa possiamo fare? Riecheggiano le parole di san Giovanni Paolo II. Dopo l’attentato alle Torri gli fu sconsigliato di partire per il viaggio in Kazakhstan previsto ma lui volle andare comunque e da Astana, la capitale di un paese a maggioranza musulmana, invitò: “sia i cristiani che i musulmani a pregare intensamente l’Unico Dio che ci ha creati affinché possa regnare la pace”. Anziano, ammalato, non lesinò energie e convocò nel 2002 un nuovo incontro ad Assisi. Quell’appello deve ancora oggi essere raccolto dal mondo intero. Quelle donne, quei bambini, quegli uomini ci appartengono. Non possiamo rassegnarsi al ritiro per lasciare al male di avanzare. 


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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