16 Agosto 2021
Uomini e donne fino in cima sull’esempio dei giovani | 16 agosto 2021
«Attraverso la santità dei giovani la Chiesa può rinnovare il suo ardore spirituale e il suo vigore apostolico». È Papa Francesco ad affermarlo nella Christus vivit ed ha proprio ragione! Ieri vedevo un video (lo potete visionare sulla pagina “La gioia dell’amore”) realizzato in occasione della solennità dell’Assunzione da un gruppo di giovani fidanzati della Fraternità di Emmaus e il cuore si riempiva di gioia.
L’entusiasmo, la capacità di cercare e trovare quei registri comunicativi adatti, la gioia nello sguardo. Abbiamo bisogno di ripartire da questa gioia. Sono per noi adulti un raggio di speranza. Nella storia della Chiesa i giovani santi ci spingono a ritornare al primo amore. Alle sorgenti della nostra felicità. La loro vita, la loro testimonianza non è solo utile al cammino ma decisiva e fondamentale. Con le loro gesta, gli scritti, le scelte, essi mettono nel cuore santi desideri e una struggente nostalgia di voler dare un senso alla nostra vita.
Noi adulti spesso lo dimentichiamo. Vogliamo decidere tutto, senza condizionamenti. Il nostro cuore inquieto però non riesce a trovare quella pienezza che pure desideriamo con tutte le forze. Siamo stati pensati per l’eternità. Le scelte che non hanno questo afflato spesso si rivelano gioie passeggere. I santi ci insegnano che riconoscere i propri limiti è faticoso ma è proprio questa fatica che permette a Dio di lavorare nel nostro cuore e donarci quelle luci necessarie a trovare il coraggio di cambiare strada.
Santa Teresa di Lisieux si presenta come un uccellino che ha gli occhi di un’aquila, non ha le ali ma le può chiedere e sa che è capace di andare al di là di quello che immagina. “Io mi considero come un uccellino debole, coperto di un po’ di piuma lieve; non sono un’aquila, ho dell’aquila soltanto gli occhi e il cuore perché, nonostante la mia piccolezza estrema, oso fissare il Sole divino, il Sole dell’Amore, e il mio cuore prova tutte le aspirazioni dell’aquila…” (Storia di un’anima). Teresa sa di essere debole ma nello stesso tempo ha il cuore forte di chi osa sperare tutto da Dio e Lui compie in lei grandi cose. Senza Dio l’uomo è incapace di realizzare se stesso. Questo messaggio di speranza traspare limpido attraverso la vita dei giovani santi.
La santità non ha nulla a che vedere con le logiche della ragione e dell’apparenza. I più grandi santi in vita sono stati definiti, pazzi, eretici, fuori dalle righe, per poi comprendere che cercavano sempre e ostinatamente di corrispondere a quell’amore che li chiamava a donare la loro vita. I santi sono quegli uomini e quelle donne che hanno trovato una ragione per cui dare la vita: Gesù.
L’8 dicembre 1990 parlando ai giovani dell’Azione cattolica, don Tonino Bello diceva: “Siate soprattutto uomini. Fino in fondo. Anzi fino in cima. Perché essere uomini fino in cima significa essere santi. Non fermatevi, perciò, a mezza costa: la santità non sopporta misure discrete”. Diamo ascolto allora a quel cuore inquieto che non ha un’età anagrafica. Il cuore è fatto per il cielo. I giovani ce lo ricordano.
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