12 Agosto 2021

La Speranza ama quello che sarà | 12 agosto 2021

La crisi è entrata anche nelle omelie. L’elenco delle cose che non vanno si ripete durante le celebrazioni. Nelle ultime settimane mi è accaduto più volte in diverse parrocchie di partecipare all’Eucaristia e di raccogliere questa preoccupazione dei presbiteri circa: il clima, le nostre cattive abitudini che favoriscono l’inquinamento, l’emergenza sanitaria, i vaccini, il green pass…

Effettivamente sono delle situazioni emergenziali che in questo momento storico stringono la comunità sociale in una morsa di preoccupazione e incertezza circa il futuro. Ma dobbiamo occuparcene come Chiesa durante la Celebrazione? Chiedo non perché desidero una comunità ecclesiale fuori dal mondo, avulsa dalla realtà, devozionale, al contrario. Proprio perché viviamo un tempo di sofferenza e di dolore dovremmo impegnarci maggiormente a donare parole infuocate d’amore.

Quanto mi ha fatto bene ascoltare il mio padre spirituale parlare la settimana scorsa di speranza. Riportando un passo molto bello de “Il portico del mistero della seconda virtù” di Charles Peguy, egli ricordava l’importanza di dare spazio nel proprio cuore quando incombe la tempesta e la paura alla fragile ma forte luce della speranza.

Vi riporto il passaggio: “La piccola speranza avanza tra le sue due sorelle grandi [la fede e la carità] e non si nota neanche… E non si fa attenzione, il popolo cristiano non fa attenzione che alle due sorelle grandi. La prima e l’ultima. E non vede quasi quella che è in mezzo. La piccola, quella che va ancora a scuola. E che cammina. Persa nelle gonne delle sue sorelle. E crede volentieri che siano le due grandi che tirino la piccola per la mano. In mezzo. Tra loro due. Per farle fare quella strada accidentata della salvezza. Ciechi che sono che non vedono invece che è lei nel mezzo che si tira dietro le sue sorelle grandi. E che senza di lei loro non sarebbero nulla. Se non due donne giù anziane. Due donne di una certa età. Sciupate dalla vita. È lei, quella piccina, che trascina tutto. Perché la Fede non vede che quello che è. E lei vede quello che sarà. La Carità non ama che quello che è. E lei, lei ama quello che sarà”.

Non possiamo essere uomini e donne di fede, di carità operosa senza la speranza. Quella piccola luce che ha illuminato i santi anche nella lotta più dura o nelle notti più solitarie. Spesso gli altri mi dicono che ho una cattiva abitudine: quella di vedere il buono dovunque. Anche davanti ad una evidente ingiustizia cerco di capire e spesso giustificare quel gesto. Mi piace pensare che il male non si appropri mai di una persona completamente, che dietro la falsità spesso si nasconde una grande fragilità affettiva. Cerco di usare misericordia perché mi è stata usata misericordia. Il Buon Dio non è forse pronto a perdonare chi si umilia e si inginocchia davanti a Lui? La delusione, la rabbia, il disfattismo, l’incapacità di vedere oltre il dolore non devono appartenere al cristiano. O meglio sono sentimenti che proviamo tutti ma non ci lasciamo travolgere o dettare legge da essi. La nostra mano deve essere ben stretta nella mano di Gesù. È lui quella speranza che ci conduce oltre la croce.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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