11 agosto 2021

11 Agosto 2021

Non siamo spettatori

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,15-20)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Il commento

Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te…” (18,15). Dobbiamo leggere queste parole nel contesto di quella sezione (18, 1-35) in cui l’evangelista ha raccolto una serie di insegnamenti per individuare gli atteggiamenti che favoriscono il cammino della comunità ecclesiale e quelle tentazioni più frequenti che ostacolano la comunione fraterna. È una catechesi assai importante perché la vita comune rappresenta il primo e più faticoso banco di prova della fede. Gesù invita i discepoli a tener conto che il peccato accompagna e inquina i passi della vita ecclesiale e offre i criteri per affrontarlo con coscienza e responsabilità. Nella prima parte del capitolo chiede di considerare il proprio peccato (18, 6-9). In questo caso, invece, accende i riflettori sul peccato degli altri. Non parla degli estranei ma dei fratelli, cioè di coloro che condividono la stessa fede. Non si tratta solo dei limiti e degli errori, il verbo greco [amartánō] significa peccare, indica dunque un comportamento che contrasta con la verità di Dio. 

Gesù non offre un suggerimento ma un preciso comando: “va’ e ammoniscilo” (18,15). Non possiamo limitarci ad osservare i fatti, come spettatori neutrali, non possiamo dire: “sono problemi suoi”; e neppure nasconderci dietro l’ormai famoso: “chi sono io per giudicare?”. Il Vangelo chiede, anzi ci impone di intervenire. L’insegnamento evangelico insiste sulla responsabilità, tant’è vero che prevede tre passaggi successivi: il primo, è quello confidenziale: “fra te e lui solo”; il secondo è quello amicale: “se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone”; il terzo è quello ecclesiale: “Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità”. Questa insistenza non vuole umiliare il fratello, nasce piuttosto dal desiderio di fare il bene, il suo bene. È nostro preciso dovere fargli comprendere che il suo comportamento (gesti, parole e omissioni) inquina il cuore, danneggia il prossimo, offende la verità, rattrista Dio. Non è facile intervenire, trovare i tempi e le parole più adatti. Ma è necessario farlo, se vogliamo davvero bene ai fratelli e desideriamo custodire la comunione ecclesiale. È una grazia da chiedere.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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