Ascoltavo ieri in diretta la Celebrazione presieduta a Santa Maria degli Angeli del Cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere apostolico del Vaticano in occasione della Festa del Perdono ad Assisi e dicevo tra me che gli sposi avrebbero bisogno di sentire queste parole di fuoco attraversare il loro matrimonio. La necessità che l’amore diventi misericordia, che non si fermi al soddisfacimento dei propri bisogni o desideri narcisisti, che abbia la capacità di farsi misericordia.
E ho pensato a Claudia. Alle sue mani incallite dal lavoro, alle rughe intorno ai suoi occhi verdi che raccontavano delle notti passate a piangere e ad aspettare suo marito che tornasse a casa da qualche balorda serata con gli amici. Ci eravamo conosciute alcuni anni fa durante un incontro di catechesi sul dialogo coniugale in un meraviglioso paesino del Cilento arroccato su una collina affacciata sul mare. Ricordo che per raggiungerlo avevo sbagliato strada più volte e con la mia Panda avevo percorso sentieri ripidi e in salita sperando di non incontrare nessun’altra auto venire in senso contrario. Mio marito mi aveva avvisato ma si era limitato a quello. Aveva un impegno di lavoro e non poteva accompagnarmi. Lo spettacolo che gustai al mio arrivo ripagava di gran lunga il viaggio avventuroso. Il convento si trovava sul punto più alto della collina e godeva di una visuale che dal golfo di Salerno arrivava fino a Punta Licosa. I frati, come sempre, mi accolsero con gioia e mi rimpinzarono come un uovo con tutte le specialità cilentane prima di cominciare il nostro incontro di catechesi. C’erano molte coppie di sposi e una sola donna sola. La guardavo mentre parlavo. A tatti prendeva il fazzoletto per asciugarsi qualche lacrima. Al termine della catechesi ci fu un dialogo vivo con i partecipanti. Mentre parlavo la seguivo con la coda dell’occhio. Si alzava e poi si risiedeva, si allontanava per rispondere a qualche telefonata veloce e poi camminava avanti e indietro come in preda ad un’ansia galoppante.
Quando tutti ormai erano andati via, mi girai intorno per vedere dov’era ma non la trovai più. Così entrai in chiesa per ringraziare il Signore di quel pomeriggio e affidare il viaggio di ritorno. La vidi in ginocchio tra i banchi vuoti. Mi avvicinai e mi sono seduta accanto a lei. Mi raccontò del suo matrimonio prima felice e poi improvvisamente diventato uno spazio di terrore. Di come giovanissimi si erano innamorati lei e Luigi e avevano tanti sogni e progetti nel cuore. Lui aveva una piccola impresa edile insieme ai fratelli. Lei aveva scelto di restare a casa e prendersi cura del marito e dei figli che subito rallegrarono la loro casa. Dopo otto anni di matrimonio era tuto precipitato. I tre figli piccoli richiedevano tante attenzioni, il lavoro di Luigi non aveva orari e così piano piano si erano allontanati. Dopo il lavoro Luigi aveva preso l’abitudine di non tornare a casa. Mangiava qualcosa con gli amici per poi ritirarsi a notte fonda. Claudia metteva a letto i bambini e lo aspettava sveglia ma al suo ritorno Luigi si chiudeva in un silenzio ostinato e andava subito a letto. Si rifiutava di parlare.
Il paesino dove abitavano era piccolo e le voci cominciarono presto a girare. Luigi le lasciava poco o niente per la spesa. Claudia cominciò a sospettare qualcosa. E infatti il suo Luigi aveva un’altra donna. Era da lei che lui andava a sera dopo il lavoro. Claudia era atterrita da quella notizia, gridò, si ribellò, lo cacciò fuori di casa. Cominciò a lavorare facendo pulizie a casa dei ricchi del paese. Luigi in poco tempo andò in bancarotta, vagava la sera dimagrito e con la barba lunga. La storia con la sua amante fu chiusa subito. Lui la scongiurava di perdonarlo. Una notte squillò il telefono di casa. Era l’ospedale. Luigi aveva avuto un infarto. Claudia si precipitò. Amava quell’uomo e l’idea di perderlo la terrorizzava. Fu l’inizio della ripartenza. Con l’aiuto di un frate hanno cominciato un cammino di fede. Tutto era da ricostruire piano piano…ma ora avevano un alleato. Non erano soli. L’amore si trasformava in misericordia giorno dopo giorno.
Piacenza ha avuto davvero ragione: l’amore è corto se non si fa misericordia. Solo il perdono e la fede danno la capacità di amare una persona per sempre.
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