30 luglio 2021

30 Luglio 2021

Ospite scomodo

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,54-58)
In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Il commento

Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga” (13,54). Questo racconto, posto subito dopo le parabole del Regno, sembra confermare quanto Gesù ha annunciato, e cioè che la Parola seminata germoglia con fatica e non sempre porta frutto. Anzi, dove pensiamo che possa portare più frutto, proprio lì incontra maggiori resistenze. Gesù torna nel suo villaggio. Mi soffermo sui due verbi che incontriamo nelle parole introduttive: venire e insegnare. Torna nel villaggio dove tutti lo conoscono e dove conosce tutti. E forse pensava e sperava di trovare amici disposti ad accoglierlo. Non fu così! Conosciamo la vicenda. Questa pagina non si limita a raccontare un fatto storico ma è una provocazione sempre attuale. Il Signore non si stanca di “venire” nella nostra vita e di manifestare la sua presenza amorevole. Egli viene e insegna, semina con abbondanza la sua Parola. È bene perciò chiederci se abbiamo riconosciuto la sua presenza discreta e lo abbiamo accolto come il Signore. Ed è necessario verificare se e come abbiamo dato ascolto alla sua Parola. Quante volte è venuto ed ha consegnato parole con la speranza di trovare un terreno adatto e invece ha sperimentato la più cocente delusione. Siamo stati ascoltatori distratti da altri interessi e altre priorità, non abbiamo dato la giusta importanza all’insegnamento evangelico. Lo abbiamo ascoltato ma senza prestare la dovuta attenzione e senza permettere alla Parola di fecondare i nostri pensieri.

Non basta ascoltare. La folla di Nazaret era sinceramente stupita, il verbo greco [ekplessomai] significa proprio “essere colpiti da”. Quante volte anche noi usiamo la stessa espressione per indicare un’esperienza che ha lasciato il segno. In genere si tratta di una reazione emozionale che, per quanto sincera, si rivela del tutto insufficiente. Se la fede non diventa una scelta consapevole e convinta, e non si traduce in un corrispondente stile di vita, rischia di svanire come la rugiada del mattino. Gesù è un ospite scomodo. Oggi chiediamo la grazia di accogliere la Parola anche quando obbliga a cambiare pensieri e comportamenti.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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