27 Luglio 2021
Quel silenzio educativo che impedisce di crescere | 27 luglio 2021
“Il mattino ha l’oro in bocca” mi ripete spesso il mio padre spirituale. Da anni lui ruba le prime ore dell’alba al sonno per scrivere lettere, articoli, riflessioni sul commento del giorno prima della preghiera in comunità. Per curiosità sono andata alla ricerca delle origini di questo proverbio e ho scoperto che fa parte di un’antica tradizione siciliana.
La notte precedente la festa di fidanzamento della figlia maggiore in una famiglia, questa nascondeva nella bocca di uno dei “mascheroni” delle fontane del paese un gioiello, solitamente d’oro, donato dalla nonna materna. La mattina successiva le ragazze nubili del paese andavano a caccia del gioiello (che secondo la convinzione popolare avrebbe condotto a un rapido fidanzamento), con diritto a tenerlo per sé. Ovviamente, chi si alzava prima aveva maggiori possibilità di trovare il gioiello nella bocca del “mascherone” della fontana prescelta. Una fatica ricompensata dall’esigenza della ricerca, spesso molto più bella della scoperta del gioiello.
Sì, il silenzio del mattino, quando ancora il rumore non rapisce la nostra attenzione e non ci catapulta nel frastuono della giornata, è gravido di conoscenza, è colmo di attesa. Al mattino presto, quando ancora la mia famiglia riposa, velocemente scivolo giù dal letto, come un uccello mi lascio nutrire dalla Parola del giorno e poi comincio il lavoro. Un’ora o poco più prima di cominciare le attività della giornata. Quel silenzio mi è indispensabile, vitale. Mi è amico. Mi aiuta a capire e a vedere l’essenziale. Non siamo più educati a questa fatica.
La fatica di scorgere l’essenziale, proprio perché alla nostra vita manca il silenzio. Il silenzio che precede l’ascolto dell’altro, dell’amato; il silenzio che precede la fatica di educare un figlio. Tutto è affidato alle emozioni del momento, al rumore dei mass media che dettano legge su cosa è di moda seguire e cosa invece è da disprezzare. E così anche i nostri figli restano in balia di questo frastuono, sono vittime di un silenzio che spaventa, un silenzio che è privo di valori che miete più vittime di una guerra: il silenzio educativo.
Il rumore li stordisce, quelle piccole cuffie bianche sempre pronte da tirare fuori dalle tasche in ogni dove, il loro sguardo rapito dai tanti vitelli d’oro a poco prezzo e intanto la vita con il suo mistero, le sue domande, sfugge dalle loro mani lasciandoli in preda a reazioni incontrollate, ansie e paure. Non hanno domande, perché nessuno è in grado più di suscitare in loro il desiderio della ricerca, assopiti dal frastuono non desiderano fare una passeggiata solo per annusare l’odore della pioggia bagnata sulla nuda terra perché nessuno ha più tempo di insegnare loro queste cose.
Noi genitori moderni, siamo solo preoccupati di rimuovere gli ostacoli, di non porre limiti, e dimentichiamo di indicare l’orizzonte. Forse perché anche noi girovaghiamo senza meta in preda ad un’ansia ingiustificata, rincorrendo un benessere apparente. Nella fatica di ogni giorno sediamo ogni tanto e facciamoci istruire nel silenzio dall’amore per capire quali parole, gesti, scelte possono aiutare i nostri figli a crescere.
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