25 luglio 2021

25 Luglio 2021

Mancano la risorse

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,1-15)
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

Il commento

Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?” (6,5). Non ci impressiona tanto il miracolo – siamo abituati ai prodigi compiuti da Gesù! – ma quella domanda così scomoda che risuona per tutti i secoli e giunge fino a noi. Una domanda apparentemente inutile perché, come annota l’evangelista, “sapeva quello che stava per compiere” (6,6). La domanda è rivolta a Filippo che, fatti i conti, fa sapere che la richiesta è irricevibile (6,7). Interviene anche Andrea, ha notato “un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci” (6,9). Anche lui, con la saggezza degli uomini riconosce che è ben poca cosa. Quando facciamo il censimento delle risorse, siamo costretti ad ammettere di non poter rispondere alle innumerevoli necessità dell’umanità. I cinque pani d’orzo sono il segno della nostra radicale povertà. Gesù vuole farci comprendere che siamo davvero incapaci ma nello stesso tempo ci invita a prendere parte attivamente alla sua opera. Siamo chiamati ad essere protagonisti pur sapendo fin dall’inizio di non avere le risorse necessarie per risolvere i problemi. Solo se facciamo alleanza con Dio possiamo rispondere efficacemente alle diverse situazioni storiche.

 Quel ragazzo mette a disposizione cinque pani, è poco ma è tutto quello che lui possiede. Vi sono persone che vivono con ansietà perché, misurando l’effettiva incapacità di rispondere, preferiscono rinunciare. È una tentazione del maligno, la più sottile e insidiosa. Chi pensa di essere troppo povero per avere qualcosa da donare, perde l’appuntamento con la grazia. Chi invece ha il coraggio di buttarsi nell’avventura della fede, permette a Dio di manifestare la sua Provvidenza. Con il nostro niente Lui può realizzare cose grandi e belle. La consapevolezza di essere solo una “piccolissima anima” non impedisce a Teresa di Lisieux di sognare ideali grandi: “Ah! nonostante la mia piccolezza, vorrei illuminare le anime come i Profeti, i Dottori; ho la vocazione di essere Apostolo… vorrei percorrere la terra, predicare il tuo nome…” (Ms B 3r). Oggi chiediamo la grazia di rispondere con quell’amore che Gesù continuamente dona, diventando Lui stesso Pane di vita.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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