Quella medaglia d’argento da portare con onore | 21 luglio 2021

Con gli occhi della fede

Tutti conoscono il mio grado di sportività e ancora meno quello di conoscenza del calcio ma quando si tratta di Europei o Mondiali, resto incollata allo schermo per tutta la durata della competizione. I giocatori italiani diventano subito familiari, mi faccio spiegare dall’esperto figlio alcune regole che ignoro e divento insomma una tifosa appassionata.

Ho dunque goduto della vittoria degli italiani. Gioito immensamente fino all’ultimo rigore parato da Donnarumma, sofferto come tanti e sono rimasta sveglia e attenta fino alla cerimonia della premiazione. Il mio entusiasmo si è scontrato con l’atteggiamento dei tifosi e della squadra inglese. Mi ha molto rattristato il gesto dei giocatori che si sfilavano la medaglia d’argento dal collo subito dopo averla ricevuta con una fretta davvero inopportuna.

Capisco la rabbia di aver perso una partita così importante, capisco che essere sconfitti nella propria terra urti non poco. Ma i fischi sull’Inno di Mameli e il gesto della medaglia è davvero incomprensibile in una competizione sportiva. E per giunta è altamente diseducativo nei confronti dei bambini e dei giovani che hanno assistito. 

Tuttavia la loro azione mi ha fatto molto riflettere sull’esperienza della sconfitta che spesso attraversa la nostra vita e sulla quale anche come genitori ed educatori siamo poco attenti. Viviamo in un mondo costellato di competizione, dove bisogna essere sempre al passo con il modernismo, dove è necessario accumulare un successo dopo l’altro. Cosicché quando sopraggiunge una difficoltà, un insuccesso, un esame andato male, una delusione d’amore, una premiazione professionale che non arriva, sprofondiamo o in una grande apatia o reagiamo con violenza. Non accettiamo la sconfitta nel percorso della nostra vita. È un’esperienza dolorosa che cerchiamo di evitare ad ogni costo.

Credo invece che la sconfitta abbia un grande valore, un valore pedagogico molto importante. Spesso le più grandi intuizioni sono frutto di grandi sconfitte. Dante, per esempio, concepì la Divina Commedia quando perse casa, famiglia, città per un’accusa falsa. Beethoven scrisse la sua musica che sfida i secoli quando era ormai del tutto sordo. Davanti ai fallimenti possiamo reagire in due modi: o lasciarci risucchiare dalla voragine della disperazione o imparare l’arte di essere fragili e imperfetti per citare uno dei miei scrittori preferiti, Alessandro D’Avenia.

Nella fede come nell’amore “perdere” ha un grande valore. Tra le prime condizioni poste da Gesù ai discepoli che lo seguivano, il Maestro era stato netto, duro: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso”, cioè perda se stesso, “prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo la salverà” (Mc 8,34-35). Perdere se stesso innanzitutto. Quale se stesso? Quello accecato dal miraggio dell’autodeterminazione, quello narcisista che va in giro cercando di collezionare consensi e vittorie vacue, quello che in nome dei propri sogni calpesta le amicizie, il rispetto, i progetti di Dio. 

Dunque la sconfitta fa parte dell’esperienza del discepolo. Anzi è necessaria. Non è così anche nell’amore? Se si persegue sempre e solo il proprio tornaconto come mantenere in piedi un matrimonio, un’amicizia, una comunità? In fondo quella medaglia d’argento era più che meritata per i giocatori inglesi. Portarla con onore, li renderebbe migliori. Come noi quando accettiamo le sconfitte e svuotiamo un po’ noi stessi per fare spazio all’amore.




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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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