19 luglio 2021

19 Luglio 2021

Solo chi crede al seme nascosto

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,38-42)
In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno».
Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.
Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».

Il commento

Maestro, da te vogliamo vedere un segno” (12,38). I farisei si rivolgono a Gesù chiamandolo maestro, un titolo rispettoso ma ben lontano da quello che la tradizione attribuisce al Messia. Ai loro occhi è un semplice Rabbi eppure gli chiedono di vedere un segno, un evento eclatante che mette a tacere ogni dubbio. Si tratta di un’insopportabile e irricevibile pretesa. La loro richiesta non nasce dalla fede ma è l’espressione della diffidenza. Credere significa riconoscere che Dio è all’opera ma agisce come e quando vuole. In questo caso, invece, sono loro che pretendono di dettare legge e di individuare tempi e momenti della Rivelazione. in questo modo l’uomo non si dispone interiormente a vivere in obbedienza ma chiede a Dio di obbedire alle sue necessità. La fede non si muove nel terreno della più rigorosa razionalità, quella che pretende di misurare ogni cosa, ma in quello della fiducia. Chi crede vede l’invisibile. È facile credere quando vedi che l’albero germoglia e porta i frutti desiderati; noi siamo chiamati a credere quando il seme è nascosto nella terra e, almeno in apparenza, sembra ormai perso. Credere significa coltivare la certezza che quel seme porterà frutto, non importa se non vedremo nulla o solo una piccola parte di quello che Dio ha promesso.

Gesù rigetta la richiesta dei farisei, lo fa nella forma più radicale, anche se lascia aperto uno spiraglio: “Non sarà dato alcun segno se non il segno di Giona” (12,39). E spiega: “Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra” (12,40). L’esperienza dell’antico profeta contiene l’annuncio fondamentale di quello che avviene nella vita del Nazareno. L’evangelista fa riferimento alla Pasqua: ai farisei che pretendono un segno visibile, Gesù dice che si nasconde “nel cuore della terra”. Solo chi crede che il seme nascosto germoglia e porta frutto, diventa un fedele collaboratore di Dio. Oggi chiediamo la grazia di rinnovare l’eccomi della fede senza porre condizioni, con la radicale disponibilità della Vergine Maria.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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