19 Luglio 2021
Cerco ogni giorno di strappare al buio centimetri di luce | 19 luglio 2021
Parliamo troppo, troppo poco della preghiera e la viviamo anche meno. Eppure sottraiamo in questo modo all’amore il suo nutrimento. A tutto l’amore. Non solo verso Dio. Anche quello rivolto alle persone che amiamo viene impoverito dalla mancanza di preghiera.
Molti non sanno come fare. Nessuno ha insegnato loro il linguaggio della fede, l’esercizio della contemplazione, la necessità della fedeltà quotidiana. Si pensa di venire ascoltati a forza di parole, di preghiere sussurrate meccanicamente come litanie. Oppure c’è chi pensa che tutto è preghiera e dunque non è il caso di fermare le attività ben più importanti in nome di un tempo apparentemente vuoto e improduttivo.
Il sintomo più evidente della mancanza di preghiera è l’ansia. Quando mi vedo agitarmi eccessivamente per qualche situazione o quando i miei pensieri sono risucchiati in un vortice di preoccupazione, quello è il momento in cui dico a me stessa: “Hai smesso di parlare con l’Amato. Hai smesso di avere fiducia in Lui”. È un attimo. Prendiamo in mano la nostra vita come se tutto dipendesse da noi, come un capitano fa con la sua nave. E quando sopraggiunge la tempesta restiamo in balia delle onde impauriti, contando solo sulle nostre forze.
Le difficoltà, le delusioni, i tradimenti possono farci sprofondare nella paura o nella disperazione. La preghiera ci dona la capacità ogni giorno di strappare al buio centimetri di luce. Quando amiamo veramente una persona, desideriamo stare continuamente con lei, inspirare il suo alito di vita. Perché stare alla presenza di chi amiamo e ci ama, riempie di senso e di gioia la nostra esistenza. Ci dona quella forza capace di affrontare qualsiasi difficoltà.
Pregare è stare alla presenza di un Dio che ci ama, ci parla, ci istruisce, ci rimprovera anche ma perché noi non ci allontaniamo mai dal suo alito di vita. Pregare non può essere un esercizio intermittente. Così come noi non amiamo una persona a intervalli. Certo ci sono tempi in cui il dialogo diventa più intenso, il linguaggio del corpo più esplicito o al contrario il dialogo è più arido e l’affettività più scarna ma la relazione non si interrompe. Così con la preghiera. Dobbiamo imparare a mantenere alta la relazione con Dio. Solo così riceveremo quella capacità di stare anche nel buio o nelle difficoltà con la lampada accesa. Come le vergini del Vangelo che attendono lo sposo, l’amato, il Re dei re. In pace e con l’olio della speranza che non manca mai, neanche nella notte più fitta.
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