5 luglio 2021

5 Luglio 2021

Molto di più

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,18-26)
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.

Il commento

Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà” (9,18). Nella versione di Matteo, che si differenzia da Marco, quando il capo della sinagoga si reca da Gesù, la figlia più già morta. La richiesta appare perciò fuori luogo, una richiesta extra large, abbondantemente più ampia di quella che possiamo presentare. “Finché c’è vita, c’è speranza”, dice un proverbio. La fede ribalta la sapienza antica: “Finché c’è speranza, c’è vita”. Il protagonista del racconto, proprio perché ha fede, non ha perso la speranza. Il dolore non diventa angoscia ma supplica fiduciosa. Agli occhi umani la morte detta la sua dura legge e obbliga a scrivere il punto finale sull’esistenza. Quel padre invece non teme di presentare a Gesù una richiesta che, agli occhi di tutti, appare non solo irrealizzabile ma anche assurda. Nelle sue parole c’è una convinzione che commuove anche Gesù che risponde con immediatezza: “si alzò e lo seguì (9,19).

La vita è piena di spine e di incognite. A volte, all’improvviso appaiono muri insormontabili. Il Vangelo ci insegna a chiedere l’impossibile. Dio è pronto a compiere prodigi, anzi l’apostolo Paolo assicura che il Padre celeste “ha potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare” (Ef 3,20). Lui è sempre disponibile, noi non sempre lo siamo. Quante volte siamo rassegnati dinanzi al male. Siamo come bambini impauriti e smarriti in mezzo alla tempesta. Per questo Gesù invita i discepoli a pregare con fiducia e perseveranza “giorno e notte” (Lc 18,7). Oggi chiediamo la grazia di pregare con fede per ottenere quello che Dio è già pronto a dare. Nei momenti più difficili e oscuri della vita abbiamo bisogno di trovare un rifugio, un luogo deve sentirci al sicuro. Possiamo affidarci alla Vergine Maria con le parole di una preghiera antica e suggestiva:

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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