3 luglio 2021

3 Luglio 2021

La donna che tu mi hai posto accanto | 3 luglio 2021

C’è una sofferenza che spesso è presa poco in considerazione e riguarda il dolore delle mogli per la mancanza di fede dei loro mariti. “Che sarà mai?”, direbbe il sentore comune. Nel sistema delle libertà individuali, ognuno fa ciò che vuole. Amare Dio e seguire i suoi insegnamenti è una cosa, farsi una famiglia, lavorare, avere dei figli è altro.

Il rispetto per il credo dell’altro non toglie il dolore. Chi ha fede e ama il proprio coniuge, desidera ardentemente che anche lui o lei possa amare e confidare in Gesù e vivere sotto il suo sguardo. L’amore, quando è autentico, chiede la salvezza dell’altro. E la fede, quando è salda chiede la totale fedeltà al coniuge.

Mi hanno sempre particolarmente colpito le testimonianze di donne forti e piene di fede che con il loro amore e la loro costanza sono state lo strumento per la conversione dei loro mariti. Io ne farei un albo nella Chiesa: le donne che hanno capovolto le parole di Adamo. Nell’Eden, quando Dio si accorge che la prima coppia aveva trasgredito le sue indicazioni e chiede conto, Adamo risponde: “La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato” (Gn 3,12). Egli attribuisce all’amata, la causa del male e della rottura del rapporto con il Creatore. Nell’esperienza di Elisabetta Mori Canori o di Iolanda Lo Gatto Cornacchiola non fu così. Anzi la loro perseveranza, la loro fede, la preghiera incessante portarono a conversione il cuore dei loro sposi.

Elisabetta (1774-1825), proclamata beata insieme a santa Gianna Beretta Molla nel 1994, è stata una donna straordinaria. Ha sperato e pregato fino alla fine per il marito. All’inizio il loro matrimonio sembrava il coronamento di una meravigliosa storia d’amore. Ma il sogno si frantuma in pochissimo tempo, tarlato da 27 lunghi anni di tradimento coniugale, con ampi spazi di lucida follia intervallati da episodi di spavalda violenza fisica, azzardi e sperperi finanziari che portano all’indigenza. Il suo diario, scritto per obbedienza al confessore e pubblicato con il titolo «Nel cuore della Trinità», racconta della sua ascesi, nell’eroica fedeltà ad un uomo che arriva anche a pretendere da lei, sotto la minaccia di un coltello puntato alla gola, un’autorizzazione scritta a frequentare l’amante, nella speranza di scampare così alla galera cui, a quel tempo, andavano incontro gli adulteri e gli immorali. Elisabetta reagisce con l’amore, il sacrificio, l’offerta di se stessa e l’amore per i poveri. La conversione del marito arriverà solo dopo la sua morte ma Elisabetta guadagna per il suo amato quel Paradiso per cui aveva tanto lavorato.

Meno conosciuta ma altrettanto interessante la vicenda di Iolanda Lo Gatto (1909-1976) e del marito Bruno Cornacchiola. Si sposarono in chiesa per le insistenze di lei nel 1936. Iniziò una vita coniugale fra maltrattamenti, tradimenti e difficoltà di ogni tipo. Trovatisi senza casa, Iolanda tornò a vivere a casa dei suoi genitori, mentre Bruno dormiva abitualmente presso la stazione Termini.  Si arruolò nel Partito d’Azione e fu mandato come spia fra le file dei falangisti in Spagna, durante la guerra civile spagnola, dal 1936 al 1939. Tramite un soldato tedesco conobbe il protestantesimo, vi aderì con grande fervore e fu instillato in lui un grande odio verso la Chiesa Cattolica e il Papa.

Quando ritornò a Roma subito si mise a distruggere tutte le immagini sacre in casa sua e a minacciare la moglie di abbandonare tutte le sue “superstizioni”. Prese a lavorare all’azienda dei trasporti tranviari di Roma e a frequentare la Chiesa Cristiana Evangelica Battista e in seguito quella Avventista. Voleva che la moglie si convertisse con lui e lei rispose proponendogli di seguire con lei la devozione dei nove venerdì del mese, con Confessione e Comunione; al termine dei quali – se ancora fosse stato convinto di lasciare la Chiesa Cattolica – anche lei lo avrebbe seguito. 

Al termine dei nove mesi tutta la famiglia di Bruno prese a frequentare le riunioni del culto protestante. Il 12 aprile 1947, Bruno uscì di casa con i figli Isola di 10 anni, Carlo di 7 e Gianfranco di 4, per preparare una conferenza contro la Madonna Immacolata e per smontare tutti i dogmi della Chiesa Cattolica, in primis quelli mariani. Si recarono tutti presso un giardino in località Tre Fontane, nei pressi del monastero dei Trappisti e accanto ad una grotta sporca, utilizzata per incontri notturni di coppie.  Qui la Madonna apparve a Bruno: «Sono Colei che sono nella Trinità divina. Sono la Vergine della Rivelazione. Tu mi perseguiti; ora basta! Il giuramento di un Dio è e rimane eterno e immutabile. I nove venerdì del Sacro Cuore, che la tua fedele sposa ti fece fare prima di entrare nella via della menzogna, ti hanno salvato…». Dopo questo evento, Bruno non frequentò più le riunioni del Partito d’Azione, né quelle degli Avventisti. Divenne apostolo fervente, spendendo tutta la sua vita per diffondere la Fede e la devozione alla Vergine Maria. Morì il 22 giugno 2001, Festa del Sacro Cuore di Gesù. 

Le donne che Dio ha posto accanto a questi uomini sono state lo strumento della loro salvezza.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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