Non mi piace inseguire il gossip per commentarlo. Credo che abbiamo altre cose da fare nella vita molto più importanti. Ma poiché mi sono già occupata di lei e sinceramente mi sta molto a cuore la vita di questa ragazza e quanto le sue azioni e le sue parole incidano attraverso i social sui ragazzi, ho bisogno di dire due parole sugli ultimi avvenimenti.
Ricorderete qualche mese fa la storia di Malika, 22 anni di Castelfiorentino, un paese in provincia di Firenze. Ha scritto una lettera ai genitori in cui confessa di essersi innamorata di una ragazza. I genitori sono stati subito contrari. È scattato subito il linciaggio mediatico nei confronti della famiglia. I politici di turno si sono schierati dalla parte della ragazza. La storia guarda caso arrivava al momento giusto, in piena discussione DDL Zan. La cugina di Malika promuove una raccolta fondi che frutta quasi 150 mila euro.
La ragazza si trasferisce con la compagna a Milano. Fitta un appartamento, rinnova il guardaroba perché aveva lasciato tutto a casa dei suoi, paga il dentista e compra una bella Mercedes di 17mila euro. Tutto chiaramente con i soldi della raccolta fondi. Anche se Malika aveva annunciato di volerli devolvere per fondare un’associazione contro le discriminazioni. La Boldrini che si era schierata al suo fianco prende le distanze dalla ragazza, la giornalista Selvaggia Lucarelli che su Tpi ha smascherato il fine della raccolta fondi, invita Malika alla trasparenza. Per tutta risposta la ragazza risponde: “Sì ma io mi sono tolta due persone di torno che facevano pressioni sulla mia vita, ora non voglio trovarmene altre che mi pressino su cosa voglia fare del mio futuro”.
I conti sono presto fatti. Malika è caduta in una rete più grande di lei. Inseguiva il sogno della libertà e si ritrova un papà e un fratello indagati, la chimera di un conto in banca che prima o poi finirà e la solitudine in cui l’hanno lasciata i suoi sostenitori dopo il passo falso dell’acquisto dell’auto.
Malika non ha incontrato adulti che hanno pensato di provvedere a lei o si sono preoccupati della sua serenità. Ma solo avventori spietati che dopo averla utilizzata per i loro scopi, ora la scaricano come una ragazzina immatura e capricciosa. Gli unici che potevano proteggerla sono stati allontanati. “Ma come, qualcuno dirà, i genitori sono stati i veri carnefici! Sono stati loro a cacciarla via di casa a causa della sua omosessualità!” penserà qualcuno. Come è semplice cadere nel vittimismo strappalacrime. Cosa è stato fatto per riavvicinare questa ragazza ai suoi genitori? Quali passi hanno compiuto i fautori della libertà per far ragionare i protagonisti di questa storia? Molto più semplice usare e poi scaricare. Scusate ma questo con i diritti che tanto sbandierate non ha nulla a che vedere.
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