21 giugno 2021

21 Giugno 2021

Tutti colpevoli

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,1-5)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Il commento

Non giudicate per non essere giudicati” (7,1). Un comando perentorio e impegnativo Le parole di Gesù sono taglienti come una spada a doppio taglio, che penetra fino in fondo al cuore e ci costringe a discernere i sentimenti e i pensieri del cuore (Eb 4,12). Il comando evangelico è facile da comprendere ma difficile da praticare. Per dare una corretta interpretazione, è bene precisare che queste parole sono consegnate ai discepoli, a quelli che confessano la medesima fede, si riconoscono fratelli (questo vocabolo ritorna tre volte) e s’impegnano perciò a vivere come amici e compagni di viaggio. Nella comunità ecclesiale ciascuno si preoccupa dell’altro e, se necessario, gli fa notare mancanze ed errori. Accogliere l’insegnamento evangelico non significa evitare ogni e qualsiasi forma di giudizio in relazione al comportamento altrui. Chi si comporta così non fa vincere la carità ma l’indifferenza. Far finta di niente è più comodo che intervenire. Un genitore che non rimprovera un figlio viene meno al proprio ruolo educativo. Nel contesto di un relativismo etico in cui tutto è lasciato all’arbitrio individuale, corriamo il rischio di non giudicare più nulla e nessuno, come se non ci fosse più una verità da perseguire con determinazione, come se tutte le scelte fossero uguali.

Gesù non invita i discepoli a tacere dinanzi al male, chiede di correggere il fratello con l’umile consapevolezza di essere peccatori (7, 3-4). Non dobbiamo sostituirci a Dio, Lui solo scruta i cuori ed è capace di misurare la colpevolezza di una persona, Lui solo conosce le intenzioni del cuore e i condizionamenti che hanno influenzato e determinato i comportamenti sbagliati. Noi possiamo giudicare i fatti non le persone. Abbiamo il dovere di dire che una scelta è sbagliata quando è chiaramente contraria alla verità che la Chiesa insegna; ma dobbiamo sempre guardare con benevolenza chi sbaglia. La persona è l’errante non l’errore. Siamo tutti colpevoli e tutti bisognosi di misericordia. Oggi chiediamo la grazia di aiutarci gli uni gli altri nel faticoso e quotidiano cammino di conversione.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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1 risposta su “Tutti colpevoli”

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