Sessualità La castità prima del matrimonio quanto aiuta gli sposi? Autore articolo Di Cecilia Galatolo Data dell'articolo 11 Giugno 2021 Nessun commento su La castità prima del matrimonio quanto aiuta gli sposi? di Cecilia Galatolo Se aspetti il matrimonio con l’idea che “devi sposarti per farlo” mosso da una qualche remora morale poco approfondita, andrai incontro alla frustrazione e nel caso peggiore, al fallimento. Il sesso per la persona pura non è il fine ma un “mezzo” per comunicare amore. È arrivato il momento di tornare su una domanda accennata qualche tempo fa: come aiuta nel matrimonio la castità prematrimoniale? Cercheremo ora di abbozzare una risposta. Il nonno di un mio amico, che ormai sfiora i 90 anni, ricorda che ai suoi tempi la verginità era “imposta” e il matrimonio diventava per alcuni un “escamotage” per fare sesso. Da un lato il suo racconto mi parla di una società meno esposta a tanti pericoli (vedi la dipendenza da pornografia, di cui abbiamo già parlato) e più propensa – almeno sulla carta – ad una “storia per la vita”. Dall’altro, però, mi fa pensare a delle scelte poco libere, a una mentalità puritana in cui la forma contava più della sostanza. Il matrimonio, infatti, è molto più che “qualcosa che si deve fare”; è molto più di “un recinto” dentro il quale “è permesso” dare “sfogo” a tutti gli impulsi: è il luogo del dono e dell’accoglienza. Già nel fidanzamento, la castità prematrimoniale dà frutto solo se “vissuta bene” Per avere senso, la castità deve essere un’attesa ricca di senso, una privazione volta a illuminare altri aspetti della relazione: se la vivi con l’idea che “devi sposarti per farlo” o “aspetti il matrimonio” mosso solo da una qualche remora morale poco approfondita, andrai incontro alla frustrazione e nel caso peggiore, al fallimento. Il sesso per la persona pura non è il fine (“mi sposo per farlo”), ma un “mezzo” per comunicare amore (“ti sposo perché ti amo e te lo dico dandoti tutto me stesso”). Le relazioni in cui si vive la castità come “dogma preconfezionato” (e non si è cambiato il cuore) rischiano di finire malamente, dopo il matrimonio. Non voglio fare nomi, ma abbiamo anche esempi celebri. Li tirano fuori ogni volta che vogliono distruggere l’ideale della castità. Ad ogni modo, sono casi rari… perché dobbiamo ammettere che attualmente “i problemi” del nonno non sono molto frequenti. Oggi non devi sposarti “per fare sesso”, anzi, sembra quasi più logico viverlo fuori dal matrimonio, definito da molti “tomba dell’amore”. Leggi anche: Quando fai l’amore, ti stai donando a qualcuno e l’altro si dona a te: è una cosa seria… La fedeltà coniugale e la felicità personale protette dalla “vera castità” La castità prematrimoniale ti salva solo se diventa il mezzo per non accontentarti di nulla che non sia l’amore per sempre, se vissuta con l’idea di preservare il tuo valore unico. Così sì che ti libera da tante schiavitù. Una volta ho ascoltato una storia tristissima: una donna si era appena operata all’utero, era ricoverata e stava molto male. Il marito, che pure diceva di “volerle bene”, andava a prostitute perché la moglie non era in grado di dargli quello che voleva. “Non vorrei farlo – diceva lui – ma non riesco a stare senza”. Non intendo giudicare quest’uomo – il giudizio spetta solo a Dio – ma credo sia importante prendere atto del dolore, della tristezza, dell’insoddisfazione che la mancanza di purezza genera nella vita delle persone. La castità costa, è vero. Ma non vale la pena lasciarsi scavare dalla Grazia di Cristo piuttosto che vivere schiavi di sé stessi? Non vale la pena fare un percorso sin da giovani per imparare a vivere in libertà la propria affettività? Non dona più pace riuscire ad amare nella fedeltà la propria moglie in ospedale, piuttosto che chiudersi in macchina con una sconosciuta? Concludo riportando la breve testimonianza di una donna, madre di famiglia, per me molto eloquente: Quattro anni fa, quando ero incinta del mio primo figlio, ho frequentato il corso di preparazione al parto. In uno degli incontri l’ostetrica ha affrontato l’argomento del sesso dopo il parto. “Dovete sapere – ha esordito – che il maggior numero di tradimenti avvengono nel periodo successivo alla nascita del bambino, perché la donna in allattamento ha meno desiderio, è più stanca, è presa dal piccolo e trascura il marito, mentre per l’uomo a livello fisico non è cambiato nulla e ne sente la mancanza. Prendetevi un po’ di tempo per voi, tornate in forma, ma non rimandate troppo la ripresa della vita sessuale”. Ricordo che quel giorno, ascoltando le sue parole, mi sono sentita una regina: mio marito mi aveva attesa per 4 anni nel fidanzamento. Lì ho capito quanto quella rinuncia nel fidanzamento educhi all’amore vero. Io non avevo certo paura di un tradimento: sapevo che l’uomo al mio fianco aveva scelto me e solo me. E me lo aveva dimostrato aspettandomi fino all’altare, in un mondo dove tutto si consuma subito e dove non mancano di certo occasioni e tentazioni. Figuriamoci se non avrebbe aspettato la mia ripresa dopo che avevo messo al mondo un figlio, frutto e coronamento del nostro progetto di vita! E infatti così è stato: non abbiamo avuto alcun problema a rispettarci e ritrovarci dopo la nascita del bimbo… Mi rendo sempre più conto, oggi che sono sposata da 5 anni, anche guardando i problemi che hanno molti nostri amici, di quanto preziosa sia l’eredità che la castità lascia a degli sposi per tutta la vita. La castità ti cambia proprio lo sguardo sull’altro, ti cambia le priorità. Capisci che in tempo di pace e in tempo di guerra, in tempo di euforia o in tempo di stanchezza, in gioventù o in vecchiaia, in salute o in malattia tu non stai con quella persona perché “ti gratifica” – e allora se lei è assente, cerchi altrove la gratificazione – stai con quella persona perché è unica per te e vuoi condividere con lei tutta la tua vita. La castità aiuta nella vita perché ti fa capire che ognuno di noi ha diritto all’amore vero: o quello, o nulla. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag educazione, sessualità Cecilia Galatolo Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio. Visualizza archivio → ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? 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