Adolescenza
È ora di iniziare a combattere contro il mostro giusto!
di Valentina Cristiani
Qualche giorno fa mi è capitato tra le mani il libro “Le lettere di Berlicche”. Berlicche è un diavolo che istruisce suo nipote Malacoda, un altro diavolo, su come allontanare le persone da Dio. Egli spiega al nipote che un metodo efficace per attirare l’anima di un giovane è non fargli fare nulla per lunghi periodi di tempo. Tenerlo alzato fino a notte inoltrata, tenergli gli occhi aperti sul fuoco spento in una camera fredda. Non è forse questa la realtà che i nostri ragazzi hanno vissuto in questo tempo di confinamento?
Una volta ho letto una storia molto curiosa, che narrava di una principessa, bellissima e graziosa, ma anche debole e indifesa, prigioniera di un drago malefico. Come in ogni buona fiaba che si rispetti, ecco arrivare il bel principe dal cuore impavido che giunge col suo cavallo bianco e, pronto a dare la vita per salvare la fanciulla, affronta il drago e lo mette in fuga. Finalmente la principessa è libera, si scambiano un bacio tenerissimo e lui, con cuore pieno di trepidazione, le dichiara il suo amore e le propone di diventare la sua regina. Fino a qui tutto bene… se non fosse che lei, imbarazzata, si tira indietro confessando di amare un altro: il drago.
Assurdo vero? Eppure ultimamente mi sta capitando spesso di trovarmi davanti a situazioni non molto diverse da questa appena raccontata. La pandemia ha messo il mondo intero fuori gioco, costringendo tutti, piccoli e grandi, a restare chiusi in casa. Per quanto i mezzi di comunicazione abbiano reso possibile restare in contatto con amici e parenti, a lungo andare la tecnologia ha iniziato a non bastare più. Ovviamente! Siamo fatti per essere in relazione ed è nelle relazioni, nell’amore, che siamo veramente felici. In questi mesi ho raccolto tante volte il disagio e la sofferenza di giovani e adolescenti che, stanchi di restare chiusi in casa, esprimevano il bisogno di uscire, di avere contatti con le persone amate. Era forte il desiderio di tornare alla normalità nelle azioni più semplici e belle come parlare guardandosi negli occhi, darsi la mano, sentire il calore di abbraccio.
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Adesso la situazione sembra essere migliorata: il numero dei contagi inizia a diminuire, mentre aumentano i vaccinati. La Scuola ha ripreso le lezioni in presenza e gli adolescenti, seppure in punta di piedi, sono usciti dalle loro stanze e sono tornati a quasi tutte le loro attività abituali. Ho avuto modo di incontrarli in varie occasioni ed ogni volta sono rimasta stupita dal loro modo di relazionarsi. Quelli che maggiormente lamentavano di non poterne più di stare rinchiusi, erano incollati al cellulare e facevano fatica ad entrare in contatto con gli altri. Ho notato una grande difficoltà nell’approcciarsi e nel raccontarsi, come se avessero dimenticato come si fa a dialogare… Ero davanti a quella principessa che non godeva della sua libertà, ma che, senza neanche rendersene conto, rifiutava le attenzioni del bel principe.
Qualche giorno fa mi è capitato tra le mani il libro “Le lettere di Berlicche”. Berlicche è un diavolo che istruisce suo nipote Malacoda, un altro diavolo, su come allontanare le persone da Dio e farle vittime del male… pagine interessantissime che fanno comprendere la logica della tentazione. Egli spiega al nipote che se vuole attirare a sé l’anima di un giovane deve farlo con discrezione, senza che lui se ne accorga. Un modo efficace è quello di non fargli fare nulla per lunghi periodi di tempo, di tenerlo alzato fino a notte inoltrata, non a fare baldoria rumorosa, ma a tenergli gli occhi aperti sul fuoco spento in una camera fredda. Consiglia di sopprimere tutte le attività che lo tengono impegnato, senza dargli in cambio nulla, così che egli trascorra la sua vita senza fare né ciò che deve, né ciò che gli piace. Spiega che Dio è Colui «senza il quale Nulla è forte»… per cui il giovane va allontanato da Dio e trascinato in questo Nulla (ovviamente in maniera inconsapevole): appagando deboli curiosità, oziando, cantando canzoncine di cui nemmeno ne capisce il senso, portandolo ad avere sogni privi di piacere o di quelle ambizioni che danno un certo gusto alla vita. Non è forse questa la realtà che i nostri ragazzi hanno vissuto in questo tempo di confinamento? Io credo che sia una buona fotografia di quanto è avvenuto: è vero che per loro non ci sono stati più orari… erano connessi fino a notte fonda, cadendo nella trappola del binge watching o semplicemente a scrollare le bacheche dei vari social alla ricerca di chissà cosa. Curiosando in cose inutili, a cercare niente o ad illudersi di giocare socializzando utilizzando applicazioni come House party (qualcuno mi ha confidato che una volta incontrato personalmente il compagno di gioco con cui ha speso giornate intere in connessione, ha provato uno strano senso di imbarazzo nel non trovare argomenti di conversazione).
Ho paura che per preservarli dal mostro “coronavirus”, li abbiamo esposti alle grinfie di un altro nemico, sempre invisibile, ma molto più pericoloso: il Nulla di cui parla Berlicche. Insomma, tanti genitori troppo ansiosi hanno dato l’assist perfetto al drago per agire e stringere tra le grinfie i propri figli. Le conseguenze sono evidenti. Oltre alle difficoltà di entrare in relazione con persone che non siano più virtuali, sono emerse numerose paure che non riguardano solo virus e contagio. I ragazzi sono diventati più fragili e ansiosi, alcuni hanno frequenti attacchi di panico e gli sguardi spenti di altri sono un chiaro campanello di allarme da non prendere alla leggera. Apriamo gli occhi di fronte a tutto questo e rendiamoci conto del pericolo grande che stiamo correndo. È ora di iniziare a combattere contro il mostro giusto! Allontaniamo i ragazzi dalla morsa del drago, non teniamoli richiusi in casa a farsi risucchiare dal Nulla, ma proponiamo loro attività che li aiutino a stare in compagnia (anche solo a piccoli gruppi), all’aria aperta, lontano dal cellulare e da altri schermi. Aiutiamoli a sognare in grande. Riempiamo questo Nulla di bellezza, proponiamogli di incontrare Chi dona parole di luce e speranza.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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