La scelta della castità, tra dubbi e significato profondo

coppia

La castità prematrimoniale non è una privazione inutile: è come risparmiare per potersi permettere la casa dei sogni. Eppure, a volte, capita che i fidanzati la vedono e la vivono come un’imposizione dall’esterno…

Dicono che l’uomo venga da Marte, la donna da Venere. Figli della stessa umanità, certo, ma in effetti, su alcune cose, siamo così diversi da sembrare abitanti di pianeti differenti. Questo vale anche per il modo di inquadrare la castità prematrimoniale. Poiché mi confronto spesso sia con altre donne sia con degli uomini sugli argomenti di questa rubrica (non voglio dare un punto di vista troppo sbilanciato dalla mia parte) oggi penso valga la pena affrontare un paio di domande…

Come vedono la castità prematrimoniale l’uomo e la donna?

Non posso dare una risposta univoca (perché ogni persona è diversa dall’altra e ha un vissuto unico), ciò che posso dire (per esperienza diretta e dopo aver raccolto varie testimonianze), è che molte ragazze che vivono un fidanzamento in castità pensano: “Per me è un sacrificio non avere rapporti, ma quello che conta di più in questo momento è che ci sia dialogo e condivisione. Se siamo l’uno la vocazione dell’altra, avremo tutta la vita per vivere l’intimità”. L’uomo, invece, spesso pensa: “Farei proprio a meno di questo sacrificio, ma se il sesso mi attrae tantissimo, lei come donna mi attrae più del sesso e voglio costruire qualcosa che duri per sempre”. Se la donna, nella forza dell’uomo di attenderla, coglie tenerezza, romanticismo, galanteria (“È serio, onesto, a tal punto da rinunciare al sesso, per scoprire se sono l’unica donna della sua vita!”); lui lo vede più spesso come un dovere verso la fidanzata (“Mi impongo una rinuncia grande. Non posso dire di viverla come un piacere, ma per amore si può. È una sfida, però ce la posso fare”). 

Cosa unisce in questa decisione?

I fidanzati che consigliano questa strada concordano sul fatto che un’intimità nata fuori dal letto, la cui origine si trova nel cuore e non nella carne, sia più radicata e più resistente agli scossoni della vita. Andare per gradi, invece di bruciarsi, porta a custodire l’amore. La castità prematrimoniale non è una privazione inutile: è come risparmiare per potersi permettere la casa dei sogni. Chi ha fatto questa scelta consapevolmente non ricorda il fidanzamento come un periodo da dimenticare perché non c’era il sesso: anzi, riconosce che proprio “quel vuoto” ha fatto spazio a un mare di altre cose. Dei nostri amici dicono questo: “Privarsi del sesso da fidanzati è come togliere una pioggerella leggera (e piacevole) ad una pianta: se non riceve acqua, essa è costretta a mettere radici più profonde, per prenderla sottoterra. La castità prematrimoniale fa questo: ci toglie la gratificazione del sesso, ma aiuta a scavare, a fondare il rapporto su altro e di conseguenza a costruire un’intimità più profonda”. Il matrimonio di questi ragazzi (che si sono sposati 5 anni fa, dopo ben 9 anni di fidanzamento casto!) è uno dei più felici che conosciamo. Loro ci testimoniano con forza che la purezza è il sale dell’amore.

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E se due fidanzati vivono la castità senza sapere perché?

Per poter vivere con frutto la castità prematrimoniale occorre tuttavia coglierne il valore. Altrimenti si è come dei cani legati a una catena: si vorrebbe arrivare all’osso ma senza riuscire, perché qualcun altro o qualcos’altro ci blocca. In quel caso diventeremo rabbiosi, non certo radiosi come i nostri amici. La castità prematrimoniale dev’essere una scelta d’amore, di coppia, libera e consapevole, non vissuta come “imposizione esterna”. Eppure, a volte, capita che i fidanzati la vedono e la vivono così. È stato il caso di Giulia e del suo ragazzo, di cui riporto di seguito la testimonianza. Nel libro Casti alla meta. 50 sfumature dell’amore vero (Mimep Docete, 2020, 12 euro) la trovate per intero. Qui, per motivi di spazio, sono costretta a sintetizzarla: «Castità. Per tanto tempo questa parola mi ha fatto paura, non la comprendevo e mi sembrava parlasse solo di privazione. “La Chiesa dice che bisogna essere casti, quindi si fa così”. Ma cosa vuol dire essere casti? Perché la Chiesa lo dice? C’è qualcosa di più profondo sotto? A 18 anni ho incontrato un ragazzo e dopo un po’ abbiamo deciso di fidanzarci. Con lui parlai della castità e mi disse che era un’idea che gli piaceva, che in famiglia gliene avevano sempre parlato e che gli sarebbe piaciuto viverla. Tuttavia, seguendo l’onda dell’innamoramento, senza pensarci troppo su, abbiamo iniziato a fare l’amore ed era bello, stavamo bene, non c’era nulla che non andasse. Due estati dopo, abbiamo accolto la proposta di un corso che sarebbe durato un anno, nel quale tornò il tema della castità. Decidemmo di provare a viverla, di provare a capire insieme cosa fosse. La facemmo per un anno, ma fu un anno impegnativo. Non riuscivo ad accettare questa privazione, non ci vedevo nulla di bello. Decisi quindi di parlare con un sacerdote. Mi disse cose che già sapevo, come dovevamo fare per non provocarci a vicenda, ma nulla relativamente al significato che questo nostro stare doveva avere. Il rapporto tra me e il mio fidanzato era spesso faticoso perché io gli rimproveravo che non mi desse abbastanza dimostrazioni d’affetto, che non si avvicinasse come faceva fino a poco tempo prima. Decidemmo di comune accordo di interrompere la castità. Sei mesi dopo aver ripreso i rapporti, però, un’amica ci propose un altro corso, dove tornò il tema della castità, ma il punto non era più “devi fare così”, bensì, “se fai così, sei felice”. Dopo questo corso, abbiamo iniziato a viverla al 100%. Abbiamo imparato che vivere la castità è bellissimo, ci rende liberi e ha fatto nascere in noi tanta tenerezza e complicità. Ho imparato che quello che mi sembrava un dogma vecchio e polveroso della Chiesa è in realtà il modo più dolce che il Signore ha per lasciarci liberi e farci vivere lo stare insieme con serenità, tenerezza e affetto».  

In questi ultimi appuntamenti abbiamo parlato molto della castità prematrimoniale. Presto inizieremo a parlare del vincolo sessuale nel matrimonio… perché, come dico sempre a chi critica questa decisione, la castità prematrimoniale non è fine a sé stessa: è un aiuto, per vivere un’intimità di coppia serena e feconda! È un investimento per il futuro… Volete saperne di più? Seguitemi ancora i prossimi venerdì!




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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1 risposta su “La scelta della castità, tra dubbi e significato profondo”

La castità pre matrimoniale prepara quella matrimoniale, anch’essa possibile, degna e bella dopo una certa età. Castità intesa proprio come rinuncia ai rapporti sessuali.

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