CORRISPONDENZA FAMILIARE

Ad una mamma che vede la figlia incamminarsi nella vita consacrata

19 Aprile 2021

preghiera

Quali sentimenti invadono l’animo di un genitore che vede uno dei figli incamminarsi nelle vie della vocazione alla vita consacrata? Don Silvio scrive ad una mamma sorpresa della decisione della propria figlia, sottolineando il ruolo primario proprio della famiglia: “Non cercate altrove i colpevoli. Siete voi, il vostro modo di vivere il Vangelo che ha lasciato una traccia indelebile nel cuore dei vostri figli. Il Signore ha risposto ben oltre le vostre attese”.

Cari amici,

nella quarta domenica di Pasqua, che celebriamo il prossimo 25 aprile, la Chiesa invita a pregare in modo tutto particolare per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. È stato Paolo VI a istituire questa Giornata nel 1964, in quegli anni le vocazioni erano ancora abbondanti, i vescovi costruivano seminari più grandi, le comunità religiose mettevano in cantiere altri progetti apostolici. In pochi anni cambiò tutto, anche le vocazioni cominciarono a scarseggiare. La scelta di Papa Montini si rivelò quanto mai profetica. Le vocazioni si chiedono e si ricevono stando in ginocchio. Chiedo anche a voi di accompagnare questi giorni con la recita quotidiana del Rosario. 

In preparazione a questa Giornata vi consegno una lettera che ho inviato tempo fa ad una mamma che osservava con stupore il cammino vocazionale della figlia. Una lettera che idealmente invio a tutte le mamme che hanno vissuto questa esperienza e a tutte quelle portano nel cuore il desiderio di offrire a Dio uno dei figli che da Lui hanno accolto. 

Don Silvio 

Cara Giulia, 

si avvicina il tempo del distacco, una nuova e più faticosa gestazione giunge a termine: quella bambina che mille volte hai stretto tra le braccia, asciugando le sue lacrime infantili, quella ragazzina dalle mille domande curiose, quell’adolescente ribelle che rivendicava la sua autonomia, quella giovane affamata di amore e carica di insicurezze… ora è una donna che s’incammina per la sua strada, quella che Dio ha pensato per lei. Da sempre. 

Per te resterà sempre una bambina fragile e bisognosa di tutto l’affetto di una madre. E non dovrai mai farlo mancare. Ma oggi è il momento di darle la tua benedizione perché possa iniziare il suo viaggio e verificare se la veste della verginità consacrata corrisponde ai desideri del cuore. Questo è il tempo del discernimento, la fase più delicata e difficile proprio perché richiede il distacco dalla famiglia di origine e la disponibilità ad esplorare una terra nuova. Francesca s’incammina nel deserto. La presenza di una comunità non toglie le paure e non elimina la solitudine. Anzi, è necessario che, entrando in comunità, possa sperimentare un nuovo tipo di relazione segnata dalla comunione più amabile ma anche dalla… distanza più rigorosa. Il suo sguardo deve essere orientato a Gesù nella sua forma più esclusiva. 

Questa prima fase è decisiva non solo per capire e scegliere ma anche per dare alla vocazione la sua veste più adatta. Non dobbiamo rendere la via piacevole per favorire il sì e neppure appesantirla con eccessiva rigidità. Dobbiamo creare uno spazio di deserto perché possa ritrovarsi da sola con Gesù. E tu sai che non sono frasi sdolcinate. Con saggezza Teresa scrive: 

“Le illusioni, il buon Dio mi ha fatto la grazia di non averne NESSUNA entrando al Carmelo: ho trovato la vita religiosa tale e quale me l’ero immaginata, nessun sacrificio mi stupì eppure, lei lo sa, Madre diletta, i miei primi passi hanno incontrato più spine che rose!…”.

In questa prima fase tu puoi solo pregare. Non lasciarti prendere dalla tentazione di intervenire per sapere come vanno le cose. Poi verrà il tempo del dialogo, quello in cui potrete vivere colloqui sotto lo sguardo di Dio e gustare una relazione in cui la maternità sembra scomparire per dare spazio ad una più piena e ampia condivisione in cui insieme contemplate l’opera di Dio. 

Comprendo e benedico la tua intima sofferenza. È quello che ha sperimentato anche Maria quando il Figlio ha lasciato Nazaret. Il mio libro su Nazaret si conclude con una catechesi che forse mai è stata proposta. È questo il momento di leggerla, meditando le parole. E devi farlo alla presenza di Gesù Eucaristia. 

Nel film che ripercorre i primi tempi dell’esperienza di Chiara Lubich, si vede che ad un certo punto lascia la famiglia e sceglie di restare in città. Lo ha promesso a Gesù. È una scelta sofferta. Pochi mesi dopo, alla vigilia del Natale 1944, scrive alla mamma che le dispiace molto non poter vivere assieme ai genitori una festa così importante: “Mi prende spesso la malinconia che solo l’Amore di Dio mi fa vincere”. Dalla lettera si comprende che la mamma non è ancora convinta e forse neppure contenta, per questo le scrive: 

“Credimi mamma. Vedrai in Paradiso, dove ti voglio accanto per sempre, mi dirai se ho avuto ragione. Tu nella vita hai sposato papà e hai amato i tuoi figli. Hai amato anche Iddio. Ma ora il Signore per mezzo mio, di me, così meschina (tu mi conosci), ti dice, mamma, che ciò che conta è amare Iddio!” (Lettere dei primi tempi, 70). 

Grazie a Dio, Francesca non deve convincervi, se avesse dovuto farlo non avrebbe avuto la forza. Anzi, lei sa di trovare in voi piena accoglienza e condivisione. Avete fatto della vita coniugale una parola di Dio. Lo avete fatto con tutta la passione del cuore e con tutte le energie. Avete detto a tutti che l’amore coniugale è solo una rifrazione di quella luce che Dio dona. Questo annuncio ora risuona nella vita di Francesca, chiamata a dire a tutti che Dio è tutto.

Come vi ho già scritto, non cercate altrove i colpevoli. Siete voi, il vostro modo di vivere il Vangelo che ha lasciato una traccia indelebile nel cuore dei vostri figli. Il Signore ha risposto ben oltre le vostre attese. Pregate che tutto questo si realizzi e che nessun impedimento venga a inquinare l’opera che Dio sta compiendo nel cuore e nella vita di Francesca.

Ti abbraccio, grato al Signore per quest’amicizia che nel corso degli anni non ha mai spesso di far germogliare frutti saporosi. 

Don Silvio 

N.B. Venerdì 23 aprile alle ore 21 sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di Punto Famiglia, I giovani si raccontano: testimonianze e parole sulla vocazione alla vita consacrata e presbiterale in preparazione alla Giornata di preghiera per le vocazioni.




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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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