Adolescenza “Mi sento diversa perché credo in Dio” Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 13 Aprile 2021 1 commento su “Mi sento diversa perché credo in Dio” di Sabrina D’Anna Sentirsi diversi solo perché si crede in Dio? Sì, oggi è possibile, soprattutto per i nostri adolescenti. Di seguito la testimonianza di una ragazza appena tredicenne: “Non dico parolacce, non mi piace lasciarmi andare e non cerco la confusione ma la compagnia. Sono diversa? Sì, e forse a tanti non vado bene, ma questa sono io”. La prof di Italiano mi ha chiesto di descrivermi. Io mi ci metto e non so da dove cominciare. Mi chiamo Sabrina, ma questo lo sappiamo già. Di me posso dire che ho 13 anni e frequento la Terza Media. E anche questo forse qualcuno lo sapeva. Posso dire che sono alta, ho i capelli castani, gli occhi marroni, gli occhiali perché sono miope. Mi piace portare anelli e collane, vestirmi bene, mi piace andare bene a scuola. Sono timida, non sembra però non faccio amicizia molto facilmente. Con i miei compagni di classe, ad esempio, ho stretto un rapporto solo dopo tre anni di scuola, con alcuni anche di più. Questo aspetto di me mi fa stare molto male, mi arrabbio sempre con me stessa perché non riesco a fidarmi degli altri. Ho paura di essere ferita, di non piacere per come sono, perché mi sento diversa, non lo dico perché nella maggior parte dei temi in classe si dice così. Lo dico perché è la verità. Mi sento diversa perché credo in Dio e a tanti questo proprio non va giù. Mi sento diversa per il mio stile di vita, perché non dico parolacce, non mi piace lasciarmi andare. Mi sento diversa per il mio modo di vedere le cose. Leggi anche: Per diventare adulti, i giovani devono fare le loro esperienze”, ma anche no… Sto imparando a confrontarmi con opinioni differenti dalle mie e ad accettarle anche se non mi piacciono. Sto imparando che non posso cambiare tutto quello che mi circonda, che posso dire la mia e poi… basta. Questo mi piace. Ma, continuando a parlare di me, posso dire che sono molto riservata con le persone che non conosco, preferisco stare sola qualche volta. Alcune amiche mi accusano di essere un po’ asociale, ed io non riesco a spiegare loro che talvolta si può stare bene anche da soli e che spesso non è la compagnia di qualcuno che cerchiamo noi ragazze, ma la confusione. Non mi piace la confusione. Mi spaventa. Voglio divertirmi certo ma non in maniera pericolosa, non sfidando le regole e l’autorità di chi ci vuole bene. Di me non mi piacciono tante cose. Non piace il mio aspetto fisico, soprattutto la mia pancia, però sto imparando ad accettare anche quella. Mamma mi dice sempre: “Accettati come sei, perché vai benissimo così”. Io ci provo, però forse ho più paura di ciò che gli altri pensano di me che io di me stessa. Sono molto insicura ma c’è una cosa del mio carattere che mi piace: il mio essere logorroica. Lo so che a molti può dare fastidio, ma a me piace parlare. Parlo tra me e me centinaia di volte al giorno, parlo mentre vedo una serie a pc, parlo per commentare un libro, parlo mentre mangio, mentre mi spoglio e in tutti i momenti della giornata… Però ci sono dei momenti in cui sto zitta. Quando prego. In quel momento io sono quella che ascolta mentre Qualcun altro parla. Eccomi, io sono così. Non so se può bastare, e non importa se non sono come tanti altri. Sono io e forse mamma ha ragione quando dice che vado bene così come sono. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag Dio ANNUNCIO 1 risposta su ““Mi sento diversa perché credo in Dio”” Oggi essere “normali” vuol dire essere diversi. Una ragazza normale può sentirsi una “mosca bianca” perché rimane se stessa. Se tanti ragazzi e ragazze pregassero come Sabrina sarebbero “normali”, più contenti e contente. Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. 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Oggi essere “normali” vuol dire essere diversi. Una ragazza normale può sentirsi una “mosca bianca” perché rimane se stessa. Se tanti ragazzi e ragazze pregassero come Sabrina sarebbero “normali”, più contenti e contente.