27 marzo 2021
27 Marzo 2021
Una giornata dedicata alla vita nascente, piccoli passi verso la meta | 27 marzo 2021
Invertire la rotta non sarà semplice. La nave è sempre più vuota di persone e più piena di cose. Si pensava che il 2019 dovesse rappresentare il picco della denatalità in Italia e invece i numeri hanno continuato la loro corsa in discesa. Inarrestabile. Solo nel 2020, 404mila nuovi nati contro 746mila decessi. Un dato drammatico di cui forse non immaginiamo le conseguenze. Uno studio mi ha particolarmente colpito: secondo un sondaggio commissionato dalla Fondazione Donat Cattin all’Istituto demoscopico Noto Sondaggi in queste settimane, i giovani italiani tra i 18 e i 20 anni immaginano il proprio futuro senza figli. Secondo lo studio il 51% dei ragazzi interpellati non si immagina genitore; tra questi il 31% stima che a 40 anni avrà un rapporto di coppia ma senza figli e un ulteriore 20% pensa che sarà single. Nel valutare i motivi per cui non vogliono avere figli, i giovani hanno risposto: la carenza di lavoro (87%), seguita dall’assenza di politiche adeguate per la famiglia (69%). Una percentuale analoga però parla anche di crisi delle relazioni stabili mentre solo un ulteriore 37% ritiene i figli un ostacolo in quanto condizionano la vita.
Giovani dunque sfiduciati da adulti che hanno e non hanno voluto trasmettere l’entusiasmo per la vita. Giovani non aiutati a riconoscere il valore e la dignità della vita da adulti che hanno trasmesso loro di pensare a se stessi e al proprio successo. Giovani che vedono le loro famiglie annaspare nelle difficoltà economiche se si permettono di fare un figlio in più.
A questa situazione si cerca di far fronte con una iniziativa davvero interessante che è l’istituzione di una “Giornata della vita nascente”. «La Repubblica riconosce il 25 marzo quale “giornata della vita nascente”, al fine di promuovere la consapevolezza del valore sociale della maternità e della solidarietà fra generazioni». Una proposta di legge, sottoscritta da un fronte amplissimo di parlamentari di maggioranza e opposizione (da Fdi al Pd), presentata venerdì 25 marza in sala stampa della Camera. Sembra che la proposta nasca da un sogno di don Oreste Benzi, un grande apostolo della vita.
A sostegno dell’iniziativa si terrà nel pomeriggio del 27 marzo un Festival – “Festival della vita nascente”- al quale hanno aderito personalità come Licia Colò, Pupi Avati, il presidente dell’Istat Gian Claudio Blangiardo, l’economista Leonardo Becchetti e Laura Miola, moglie, mamma e influencer a pieno titolo a dispetto della disabilità che la costringe sulla sedia a rotelle.
Assistendo alla Conferenza Stampa, sono stata molto colpita dall’overture di alcuni parlamentari che prima del loro intervento si sono identificati come padri o madri e hanno detto di avere 4 o 5 figli. Qualcuno ha ardito anche dire “Io ho 4 figli in terra e uno in cielo”. Manifestando la coscienza della genitorialità che va oltre la nascita contro tutti quelli che asseriscono che la vita intrauterina non è da considerarsi degna di essere definita tale.
Affermazioni che risuonavano in una Camera dei deputati ormai da tempo gestita da gente che tende in ogni modo di denigrare e sfilacciare il tessuto familiare fondato sull’unione stabile di un uomo e di una donna. E poi questa giornata, da celebrarsi ogni anno il 25 marzo, solennità dell’Annunciazione del Signore, dato molto significativa per i credenti, accende finalmente i riflettori sul bambino nel grembo materno.
Al centro c’è lui e il diritto di nascere e di vivere. Un’iniziativa culturale che è come un raggio di sole. Un piccolo passo. Ma noi che siamo il popolo della vita siamo abituati a camminare come i bambini. Piccoli passi verso un futuro migliore.
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