Benedizioni omosessuali
16 Marzo 2021
La Chiesa non può benedire il peccato
Reca la data del 22 febbraio 2021, Festa della Cattedra di San Pietro Apostolo, la Nota della Congregazione per la dottrina della fede che risponde ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso. Le date contano così come le parole e la risposta dell’organo più importante della Santa Sede in tema di dottrina è stata: negativa.
Da madre, la Chiesa con il pieno appoggio del Papa interviene per mettere ordine in una prassi pastorale che evidentemente va in un altro senso. “In alcuni ambiti ecclesiali si stanno diffondendo progetti e proposte di benedizioni per unioni di persone dello stesso sesso” leggiamo nella Nota diffusa ieri dalla Sala Stampa vaticana. “Tra le azioni liturgiche della Chiesa rivestono una singolare importanza i sacramentali … […]. Al genere dei sacramentali appartengono le benedizioni, con le quali la Chiesa «chiama gli uomini a lodare Dio, li invita a chiedere la sua protezione, li esorta a meritare, con la santità della vita, la sua misericordia». […] Di conseguenza, per essere coerenti con la natura dei sacramentali, quando si invoca una benedizione su alcune relazioni umane occorre – oltre alla retta intenzione di coloro che ne partecipano – che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia, in funzione dei disegni di Dio iscritti nella Creazione e pienamente rivelati da Cristo Signore. […]. Per tale motivo, non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso”.
Il Responsum e la Nota che lo accompagna, hanno una ragion d’essere. Da tempo in alcune parti del mondo si va diffondendo una prassi che chiaramente stride con il Magistero della Chiesa e con il significato profondo dei riti liturgici. Una prassi che riguarda in primis le unioni tra persone dello stesso sesso (vedi la situazione della Chiesa tedesca) ma il documento ribadisce anche che tutte le unioni “che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio” non posso ricevere benedizioni. C’è dunque un richiamare la bellezza e l’unicità del sacramento del matrimonio che io coglierei prima del divieto. Il divieto serve ad arginare il “fai da te”, a frenare chi vuole tirare in ballo la Chiesa nella battaglia per il riconoscimento delle unioni omosessuali ma da cristiani potremmo anche cogliere la bella opportunità di valorizzare e ribadire che la famiglia nel piano e nel progetto di Dio è solo quella fondata sull’unione di un uomo e di una donna aperti alla trasmissione della vita.
L’altra bella opportunità che ci offre la Nota è quella di recuperare il senso del peccato. Per essere contrastato va chiamato per nome, definito, riconosciuto. Solo a partire da questa coscienza possiamo affermare che “la Chiesa non può benedire il peccato”. Nel Catechismo della Chiesa cattolica ritroviamo una intera sezione dedicata alla definizione del peccato che potremmo rileggere non per irretire la nostra anima ma per tenere vigile la nostra coscienza. I santi ce lo insegnano. Padre Pio scriveva in alcune sue lettere: “Preferirei mille volte la morte, anziché determinarmi ad offendere un Dio si buono” (Epist. I,817). “Sono pronto a tutto, a sacrificare tutto, purché non offenda Iddio” (Epist. I, 839). “Subirei infinite volte la morte, innanzi di offendere il Signore ad occhi aperti” (Epist. I,817)”. Tendiamo ad annacquare questo senso ma una buona vita spirituale non può prescindere da questa consapevolezza.
“Nel contempo, la Chiesa rammenta che Dio stesso non smette di benedire ciascuno dei suoi figli pellegrinanti in questo mondo, perché per Lui ‘siamo più importanti di tutti i peccati che noi possiamo fare”. È questa la rivoluzione dell’amore di Dio, la rivoluzione della croce e della salvezza per ogni uomo. “Egli infatti ‘ci prende come siamo, ma non ci lascia mai come siamo’. Per i suddetti motivi, la Chiesa non dispone, né può disporre, del potere di benedire unioni di persone dello stesso sesso nel senso sopra inteso». Mentre ribadisce la totale e piena accoglienza per ogni uomo, la Chiesa esercita il suo ruolo di madre per condurre tutti i suoi figli a salvezza. Tutti. Sono parole consolanti e necessarie in un tempo di profonda confusione. Non lasciamoci trasportare dalle onde del modernismo, restiamo ancorati all’unica Parola che salva.
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