“Prof, cosa dice la Chiesa sulla donna?”

Proprio in questi ultimi tempi stiamo assistendo ad una apertura particolare del Santo Padre rispetto alle donne. Ma questa apertura rappresenta una novità? A giudicare dal racconto evangelico, direi di no…

A scuola nell’ora dedicata a Educazione civica con i miei ragazzi ci siamo soffermati sull’obiettivo numero 5 dell’Agenda 2030. Questa Agenda promuove un programma per lo Sviluppo Sostenibile d’azione per le persone, il pianeta, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Gli obiettivi sono 17.

Il numero 5 mira ad ottenere la parità di opportunità tra donne e uomini nello sviluppo economico, l’eliminazione di tutte le forme di violenza nei confronti di donne e ragazze (compresa l’abolizione dei matrimoni forzati e precoci) e l’uguaglianza di diritti a tutti i livelli di partecipazione. L’Agenda oltre a mettere in evidenza le problematiche ci presenta anche delle statistiche e si propone di risolvere il problema, preparando le nuove generazioni ad essere più attente ai propri diritti e doveri e offrendo spunti ricchi di riflessione per promuovere un cambiamento di mentalità.

Scrive una mia alunna: “Sono sempre stata una ragazzina felice, anzi addirittura strafelice e mi ritengo fortunata di essere nata donna. Questo universo a cui il cielo mi ha destinata è davvero ricco di colori e di bellezza. Poter spaziare tra trucchi e vestiti, tacchi alti o bassi, collane e orecchini, acconciature di capelli ecc…  tutto lo considero un qualcosa in più. Un dono. Non ho mai pensato (e mai lo penserò) che l’essere nata donna possa bloccare la mia indole, la mia creatività, la mia voglia di leggere e scrivere e di poter dire quello che voglio, con il dovuto rispetto per tutti. Ma… un giorno qualcuno mi ha detto: Lo sai che le donne sono state criticate e maltrattate per secoli? Hanno subito tanto per ottenere dei diritti. Nascere donna, implica dover lavorare il doppio per ottenere ciò che un uomo ha con molti meno sforzi? Stipendi minori, cariche esclusivamente maschili, lavori dove (anche se hai tutte le carte in regola) non vieni accettata per una semplice questione cromosomica. In verità io non accetto questo discorso frutto di una visione contorta e a mio avviso direi retrograda del mondo. Cosa dice la Chiesa in merito?”.

Proprio recentemente abbiamo visto che una donna avrà diritto di voto nel Sinodo della Chiesa cattolica, il suo nome è suor Nathalie Becquart. Chiaramente questa è una nuova apertura da parte di papa Bergoglio. Ma davvero tutto questo è una novità? Se leggiamo il Vangelo di Luca al capitolo 8 ci accorgiamo che le donne sono fin da subito presenti. Donne diverse sia per età che per estrazione sociale. Abbiamo Maria, la cugina Elisabetta, abbiamo Anna la profetessa del Tempio che accoglie Gesù a Gerusalemme, la suocera di Simone, la vedova di Nain, la peccatrice a casa di Simone il Fariseo. La donna emorroissa, la figlia di Giairo, Marta e Maria. Le donne sulla via del calvario e le donne ai piedi della croce. Donne sposate, vedove e prostitute. Gesù sa vedere le loro sofferenze e si mette loro vicino trattandole alla pari.

Luca ci parla di un gruppo di donne discepole che sono con Lui, condividono la sua vita e ascoltano la sua Parola. Donano con la loro presenza la ricchezza della loro femminilità. La loro chiamata corrisponde ad un ritorno alla vita da una condizione di peccato, di malattia o di schiavitù. Il loro servire diventa così libero e liberante, in una società che le voleva solo madri, mogli o prostitute, Gesù offre la strada del Vangelo.

Ancora nella meravigliosa enciclica Mulieris Dignitatem di san Giovanni Paolo II al punto 13 leggiamo: “In tutto l’insegnamento di Gesù, come anche nel suo comportamento, nulla si incontra che rifletta la discriminazione, propria del suo tempo, della donna. Al contrario, le sue parole e le sue opere esprimono sempre il rispetto e l’onore dovuto alla donna”. Il fatto che una donna non dipendesse né dal denaro né da un altro uomo ma solo da Dio è stata una rivoluzione evangelica tra le più dimenticate.

Il Cantico dei cantici, testo contenuto nella Bibbia ebraica e cristiana, si distacca nettamente dalla cultura sapienziale del tempo in cui prevale una sostanziale misoginia. Il Cantico ci aiuta a comprendere che nel progetto originario la donna si pone senza sudditanze accanto all’uomo (Gen 2,18-24). È diversa per conformazione somatica ma uguale per natura (Gen1,26-27). Condivide con l’uomo la prima benedizione e riceve con lui il compito di orientare la creazione (Gen 1,28).

Cari ragazzi, c’era una volta il mondo uscito dalle mani di Dio in maniera veramente perfetta.  Se ritorniamo a rispettare le diversità come dono tutto ritornerà nella giusta posizione di partenza. Un puzzle dove abbiamo collocato pezzi sbagliati non ci dà la giusta visione del quadro in tutta la sua bellezza. L’incontro con Cristo cambia la vita e ci dona nuovi spazi di luce in questo universo dove ogni cosa è un dono.