Un fidanzamento casto è cosa di altri tempi?

coppia

Quando frequentavo il liceo, in alcune classi di un altro indirizzo, era stato fatto un sondaggio. Si chiedeva ai ragazzi: “Qual è il momento giusto per avere il primo rapporto sessuale?”. In corridoio avevano appeso il tabellone con i risultati: solo lo 0,5% dei partecipanti aveva risposto “Dopo il matrimonio”. In pratica, su 200 alunni quella risposta l’aveva data una persona.

“Perché attendersi proprio fino al matrimonio?”, l’altra volta vi avevo lasciato con questa domanda. Oggi avrei dovuto spiegarvi i motivi che possono portare a una simile decisione, raccontarvi cosa ha spinto me e l’uomo che ora è mio marito a prendere una decisione tanto radicale e controcorrente come quella di vivere un fidanzamento casto. Riflettevo, però, in questi giorni, sul fatto che prima di proseguire urge una premessa.

Quando frequentavo il liceo, in alcune classi di un altro indirizzo, era stato fatto un sondaggio. Si chiedeva ai ragazzi: “Qual è il momento giusto per avere il primo rapporto sessuale?”. In corridoio avevano appeso il tabellone con i risultati: solo lo 0,5% dei partecipanti aveva risposto “Dopo il matrimonio”. In pratica, su 200 alunni quella risposta l’aveva data una persona. Non ero tra gli intervistati, ma ammetto che ai tempi nemmeno io avrei messo lì la mia “X”. (“Chi può davvero pensare – a parte i miei genitori – che si possa aspettare il matrimonio, nel 21° secolo?”)

 

A volte dimentico il mio passato, invece dovrei tenerlo bene a mente. E così, ricordando le mie convinzioni di allora e guardandomi un po’ intorno, mi son detta che bisogna stare coi piedi ben piantati a terra per essere credibili, prendere atto di come vanno le cose nel mondo e da lì partire, per dare qualunque messaggio. Ecco perché ho deciso di ampliare un po’ il nostro discorso: non posso proseguire senza aver prima mostrato che la castità prematrimoniale non è una cosa da alieni o da pazzi, come io stessa pensavo, ma è una scelta fattibile pure nel 21° secolo e che la decisione di attendere il “sì” delle nozze per unirsi anima e corpo può essere riscoperta anche da chi ha alle spalle esperienze differenti. 

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Se qualcuno, leggendo l’articolo della scorsa settimana, ha pensato: “Ok, non mi riguarda più. Io ho già fatto una scelta diversa, non posso tornare indietro”, “Bello, ma io ho già perso la verginità” oppure “Mi incuriosisce, ma ormai con il mio fidanzato ho già avuto rapporti”, deve sapere che si può fare retromarcia, ricominciare daccapo. Ricordate la coppia di Loreto di cui vi ho parlato nell’articolo precedente, quella che mi ha cambiato la vita? Il marito aveva già vissuto un fidanzamento non casto con un’altra donna, in precedenza, ma poi ha deciso di impostare la relazione con la futura moglie in modo diverso.

Inoltre, vorrei presentarvi due coppie che hanno iniziato la loro relazione inserendo il vincolo sessuale per poi decidere di toglierlo e vivere in castità fino al matrimonio. Perché? Per scavare più in profondità nella relazione. La prima la trovate nel mio libro Casti alla meta. 50 sfumature dell’amore vero, dove riporto 15 testimonianze vere di persone o coppie che hanno scoperto la purezza nella loro vita. Tra queste vi è la storia di due fidanzati che hanno vissuto una vita intima per molto tempo, prima di decidere di attendersi fino al “sì” delle nozze. 

Questa “rinuncia” – dicono – li ha portati a dare più valore l’uno all’altra e a progettare con più slancio il loro futuro. 

La seconda testimonianza riguarda una coppia di sposi con figli. Lo scorso anno ho affiancato un sacerdote in un corso di Pastorale Famigliare per la scuola di teologia della mia diocesi. Io seguivo proprio la parte sulla visione della Chiesa riguardo la sessualità umana e sul valore della castità.

Un uomo abbastanza giovane, coniugato e padre di famiglia, che era lì perché si preparava a diventare diacono, mi ha raccontato di essersi lasciato con quella che è poi diventata sua moglie. Quando si sono poi rimessi insieme, hanno deciso di vivere in castità il fidanzamento. Si volevano bene, desideravano un futuro insieme, ma non riuscivano a risolvere dei problemi. Durante un pellegrinaggio, entrambi hanno ricevuto l’ispirazione di togliere il sesso dalla relazione, di concentrarsi su loro due senza quel vincolo, di “guardarsi di più e toccarsi di meno”. 

Il rapporto è rinato: sono stati in grado di ritrovarsi, tanto da dire un “sì” maturo all’altare. La grazia per loro è stata riuscire ad “appartenersi prima nel cuore e solo dopo nella carne”. Oggi, quel padre di famiglia ai ragazzi dice: “Il sesso è una cosa meravigliosa, ma prima il rapporto deve crescere su altri aspetti. Non abbiate fretta! E, se volete, siete ancora in tempo per ricominciare in modo diverso…”.

Non siete obbligati a fare nulla (il moralismo mi ha sempre allontanato quando ero in ricerca), ma se avvertite nel cuore sia questa la strada da seguire… Pensateci. Venerdì prossimo riprenderemo il nostro discorso. Intanto, però, ci tenevo a far sapere che, se lo volete davvero, siete certamente in tempo per fare un’inversione di marcia, anche se fino ad adesso avete vissuto in modo completamente diverso. Alla prossima!




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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