22 febbraio 2021

22 Febbraio 2021

Meloni, Gozzini & company: chi sono i veri discriminati? | 22 febbraio 2021

Tre giorni fa durante una la trasmissione radiofonica Controradio, di una emittente toscana, il prof. Giovanni Gozzini, ordinario di Storia presso l’Università di Siena Francesco Frati, ha proferito una serie di insulti alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Insulti in diretta che hanno scatenato giustamente una bufera mediatica. A Giorgia Meloni è arrivata la solidarietà compatta del mondo politico. Con una telefonata anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e dal presidente del Consiglio Mario Draghi, che hanno espresso tutta la loro vicinanza all’onorevole di Fratelli d’Italia.

Mentre l’università valuta il da farsi e qualche giornalista selvaggia e incontrollabile, tipo la Lucarelli, fa la voce fuori coro difendendo il Gozzini, ai più mancano i due elementi davvero importanti della disputa. Il primo grande assente di questa e altre situazioni simili è il confronto leale e onesto con chi la pensa diversamente da noi. Il secondo è l’impatto che le frasi di un educatore – tale è un professore di ogni ordine e grado – ha sui suoi studenti.

Rispetto a questo secondo fattore, non c’è molto da dire: il linguaggio di un docente ha un peso notevole anche fuori dalle aule accademiche. Non bisognerebbe mai dimenticare il proprio ruolo specie nella consapevolezza che i social media, dando a tutti la possibilità di esprimere una propria opinione, sono diventati delle vere e proprie arene dove con violenza verbale e linguaggi senza freni si combattono battaglie sanguinose all’ultimo epiteto. Una sanzione disciplinare al docente è d’obbligo così come anche noi giornalisti siamo sottoposti nell’esercizio delle nostre funzioni.

Ma a mio avviso il problema è un altro e molto più subdolo. Da alcuni anni si va affermando una certa idea, suffragata da dati sciorinati e ripetuti infinite volte, secondo cui c’è una crescita di atti discriminatori verso le minoranze. Le minoranze sono identificate in: gay, migranti ed ebrei. Se permettete e senza nulla togliere alle categorie appena citate, dal mio punto di vista vorrei aggiungere altre tre categorie: mamme lavoratrici, famiglie numerose e cattolici.

Sì avete inteso bene. Queste categorie in Italia sono le vere perseguitate, solo che a differenza delle prime tre non hanno supporti né fondi per dare vita ad una vera e propria campagna di denuncia contro le discriminazioni e le violenze verbali alle quali vengono sottoposte. Esempi ne abbiamo?

Mamme lavoratrici. Solo in Lombardia lo scorso anno 10mila donne al ritorno dalla maternità sono state messe ai margini e costrette a lasciare: mobbing, demansionamento, discriminazioni. Circa 49mila in Italia, sempre nel 2018, secondo i dati dell’Ispettorato del lavoro. Di qualche giorno fa la denuncia di una dipendente di una piccola azienda lombarda minacciata: «Non dovevi fare un altro figlio, ora al lavoro ti faranno morire».

Famiglie numerose. Sono circa 800mila, secondo gli ultimi dati Istat, le coppie che in Italia hanno messo al mondo almeno tre figli. Famiglie normali – come si definiscono loro – eppure mosche bianche, incoscienti e sprovveduti – come vengono percepite dai più. Una sola cosa è certa. Sono famiglie che si sentono discriminate. Secondo un sondaggio promosso dall’Associazione nazionale famiglie numerose alla domanda “Vi siete mai sentiti vittime di soprusi o di discriminazione per il solo fatto di essere una famiglia numerosa?” ben il 27.90% ha risposto di sì. Quasi una famiglia su tre. Le discriminazioni più ricorrenti: le dimissioni in bianco firmate all’atto di assunzione in questo o quel luogo e divenute operative alla nascita di un figlio, difficoltà ad ottenere permessi per motivi familiari, hotel, ristoranti, musei interdetti a cani e passeggini, tariffe sui consumi che equiparano una famiglia XXL ad un single sprecone e molto altro.

Cattolici. “Clerico-fascisti”, “omofobi”: così vengono bollati oggi i cattolici che professano apertamente il loro credo e la fedeltà al Magistero della Chiesa cattolica, con parole astutamente inventate dalla neo-lingua per proteggere la morale relativista giustificando la violenza contro i cristiani. Guai a esprimere concetti come matrimonio tra un uomo e una donnagenitorialità maschile e femminilecrudeltà dell’aborto. Noi cattolici dobbiamo solo pregare nelle nostre chiese e tacere senza esibire corone del rosario o croci che possono infastidire la sensibilità altrui.

Insomma in questa bailamme di chi pensa, anche tra i cattolici, che il pensiero unico sia un’invenzione dei più per non accettare la diversità, ditemi chi sono i veri discriminati? Ai posteri l’ardua sentenza.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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