Coppia Imparare a stare insieme senza farsi del male. La sfida della coniugalità Autore articolo Di Giovanna Abbagnara Data dell'articolo 22 Febbraio 2021 Nessun commento su Imparare a stare insieme senza farsi del male. La sfida della coniugalità di don Silvio Longobardi Don Silvio: “Il mio ministero sacerdotale? Essere accanto agli sposi in qualsiasi situazione si trovino. La coniugalità non può tradursi in una comoda vita condominiale. Chi si occupa di insegnare la grammatica dell’amore umano?”. Si chiama Rosaria, pochi anni di matrimonio e due figli ancora piccoli ma è già costretta a riconoscere che il sogno nuziale è in frantumi, come uno specchio spezzato in mille pezzi e difficilmente componibile. Quante vicende come queste! Quanti sposi non conoscono la grammatica della coniugalità, nessuno ha insegnato loro come si costruisce comunione, vivono di sentimenti e lasciano spazio alle emozioni. Troppo poco per fare dell’amore una casa accogliente e stabile. Colloquio con una coppia. La diversità di caratteri molto marcata, la storia personale contribuisce a rafforzare le differenze. I conflitti non riguardano le scelte significative, quelle che danno senso alla vita, ma gli impegni della vita quotidiana: dall’acquisto dei vestiti all’invito degli amici. Ciascuno ha le sue ragioni e le difende a denti stretti anche se entrambi ammettono di aver modificato le posizioni di partenza. Resta una difficoltà di fondo che traduce il sogno della comunione in una più modesta esperienza di tipo condominiale. Si sta insieme, distinguendo con chiarezza compiti e responsabilità, lasciando a ciascuno uno spazio di libertà. Fanno fatica a stare insieme. Si vede da come siedono attorno al tavolo e da come si guardano. Non mi hanno chiamato, ho chiesto io di parlare con loro. Vi sono molti deficit strutturali, il dialogo inizia con un monologo, una valanga di accuse, l’esasperazione del male. Si vede sempre e solo il negativo. Meglio partire dalle cose che non vanno, mi dicono, per ricominciare è necessario prima chiarire. Non sono d’accordo. A furia di ripetere le cose che non vanno, s’insinua il pensiero che non si potrà più uscire dalla conflittualità, al massimo sarà possibile mettere un rattoppo, in attesa del prossimo scontro. Quanti altri colloqui! Una sposa abbandonata dal marito che ancora si domanda se ha fatto tutto il possibile per custodire l’amore. Un’altra che si chiede, angosciata, se deve rassegnarsi o ci sono speranze per dare un volto più umano alla vita coniugale e domestica. E quella che, a distanza di anni, si rende conto che il marito non è disposto a cambiare atteggiamento e abitudini per costruire insieme alla moglie la casa della coniugalità. Leggi anche: Cantelmi: “L’antidoto al litigio? Il perdono” Sono solo alcuni frammenti del mio ministero sacerdotale che da trent’anni s’intreccia con quello di tanti sposi che mi hanno consegnato gioie e fatiche, conquiste e cadute. Le storie che ho scelto raccontano la fragilità, mettono in luce la sostanziale incapacità di tradurre l’amore in una comunione che abbraccia tutta la vita. Non sono affatto sorpreso. In fondo, nessuno insegna la grammatica dell’amore umano, nessuno aiuta gli sposi a tradurre i sentimenti in una sostanziale comunione, nessuno sostiene e orienta i passi degli sposi nella via dell’esigente coniugalità. Anche la comunità ecclesiale, dispiace dirlo, fa troppo poco, non mette in campo risorse adeguate per affrontare una problematica che si rivela sempre più decisiva per il bene della persona umana. È un compito che affidiamo agli sposi, pensando che siano capaci di farlo. Anche loro lo pensano, per questo non chiedono nulla a nessuno, non si lasciano accompagnare né chiedono consigli quando iniziano le prime difficoltà. Forse non sanno a chi chiedere o forse pensano di farcela da soli. E invece, il giardino sognato si trasforma in un deserto senza strade. E nel deserto, il Vangelo lo ricorda all’inizio della Quaresima, s’insinua il maligno e fa danni, talvolta gravi e irreversibili. La vita è complicata e talvolta appare o diventa un labirinto in cui rischiamo di smarrire la strada. Gli sposi hanno bisogno di imparare a stare insieme senza farsi del male, devono apprendere l’arte di affrontare insieme le prove della vita e di trasformare le difficoltà in opportunità. Questo cammino sarà tanto più facile se gli sposi si lasciano illuminare dalla fede, cioè dalla certezza che il buon Dio accompagna i loro passi e non fa mancare le risorse necessarie. Dovrebbe essere questo il primo e più importante capitolo del nostro impegno sociale. In questo ambito, prima e più che negli altri pur necessari, la Chiesa dovrebbe investire le migliori energie nel tentativo di invertire la tendenza. Se manca la coniugalità, la famiglia non può svolgere il suo ruolo educativo, se non in misura limitata. Se la famiglia s’indebolisce, aumentano tutte le emergenze sociali. Nel mio archivio personale ci sono anche storie di resurrezione, vicende in cui la coniugalità è diventata una risorsa decisiva. Un’esperienza fra tutte. Una donna racconta qualche frammento della sua vita domestica e si sofferma sulla depressione dopo la terza gravidanza. Una lunga battaglia che per quattro anni l’ha chiusa in una camera oscura. Soffriva ma non riusciva a vincere il male. E soffriva perché gli altri non comprendevano. Grazie a Dio, il marito ha compreso ed ha saputo condividere, cambiando lavoro per stare più vicino alla moglie e riducendo le sue attese quando vedeva il male ritornare con prepotenza e confinare la moglie in un angolo buio. E così hanno sconfitto il male oscuro che rischiava di far naufragare tutti i sogni e le speranze. Una storia dolorosa e luminosa. Questi sposi sono stati aiutati e sostenuti da una comunità che ha fatto della fede la sua principale forza ed ha vinto una battaglia che sembrava persa in partenza. Non basta proclamare il valore della famiglia. Abbiamo bisogno di una Chiesa che s’impegna concretamente a sostenere la coniugalità. Abbiamo bisogno di apostoli – sposi, preti e consacrati – sufficientemente preparati per annunciare la verità dell’amore e sostenere i passi degli sposi, specie quando emergono i primi segnali della crisi. Un ministero come questo non s’improvvisa e richiede energie e competenza. Un tema assai ampio che richiede ulteriori approfondimenti. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag coppia Giovanna Abbagnara Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022). Visualizza archivio → ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Noi, portate in pellegrinaggio dai santi Martin”: quattro suore si raccontano “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? Per Paola Binetti sarebbe segno di speranza “Papà per scelta”: quando il sentimentalismo non lascia posto a un dibattito vero Il compleanno di vostro figlio, una tappa del viaggio della vita Chi è causa del suo mal pianga se stesso? La Vigna di Rachele non la pensa così… Ero ateo, sono sacerdote: mia madre pregava che trovassi la felicità “Prof, perché va a Messa, se insegna scienze?”. Io rispondo con la storia di Enrico Medi Quando c’è vera intimità? Quando vi donate davvero l’uno all’altra! Cambia impostazioni cookie Close GDPR Cookie Settings Panoramica privacy Cookie strettamente necessari Cookie funzionali (player di Youtube e Spotify) Powered by GDPR Cookie Compliance Panoramica privacy Questo sito web utilizza i cookie per offrirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie vengono memorizzate nel tuo browser e svolgono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili. Per ulteriori informazioni sui cookie utilizzati su questo sito leggi L'INFORMATIVA COOKIE Cookie strettamente necessari I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie. Abilita o Disabilita i Cookie Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. 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