Nel 2009 con la mia famiglia e altri amici abbiamo compiuto un bellissimo pellegrinaggio in Polonia sulle orme di Giovanni Paolo II. Tra i luoghi visitati c’era Kalwaria, una piccola città a soli 35 km a sud-ovest di Cracovia e dove si trova il Santuario consacrato alla Passione di Cristo e della Madonna. Una Via Crucis lunghissima tra le colline che circondano il Santuario. Una meravigliosa e faticosa passeggiata che vale la pena compiere. A Gerusalemme invece la Via Crucis si innerva tra le strade principali della città, spesso caotiche e strette che conducono fino alla Chiesa del Santo Sepolcro. Quando sono andata in pellegrinaggio nel 2018, l’abbiamo percorsa di mattina molto presto. Due modi apparentemente diversi di vivere questa antica e pia pratica che caratterizza il tempo della Quaresima. Eppure a me sembrano due facce della stessa medaglia. Due profili dello stesso volto, quello del dolore che accompagna e caratterizza il pellegrinaggio della nostra vita.

Ogni anno, durante il tempo forte in preparazione alla Pasqua, la compio con serietà e impegno. Mi aiuta molto meditarla. È un’esperienza di condivisione forte con Gesù. Lui conosce l’ora della solitudine e dell’angoscia, sa cosa si prova quando non ci si sente compresi dagli altri, quando nonostante la presenza di tanti amici ci sentiamo comunque soli. La Via Crucis non è una lezione sulla sofferenza, è l’esperienza di un dolore condiviso.

Tra le pagine della Passione quella che mi provoca più scandalo e dolore è certamente quella che racconta del tradimento di Giuda. Mi brucia come fuoco il suo bacio al Cristo. Il bacio nel linguaggio dell’amore indica intimità, confidenza, amicizia, fiducia e Giuda sceglie quel gesto per tradirlo. Tante volte ho pensato: “Perché Giuda? Perché proprio tu che eri tra quelli che vivevano da tempo con Lui? Ascoltavi le sue parole, lo vedevi compiere miracoli, lo vedevi pregare…perché lo hai fatto?”. Dunque anche noi cristiani che andiamo a Messa, ci nutriamo di Lui – santa Teresa parlando dell’Eucaristia lo definisce proprio un bacio d’amore – lo preghiamo con fiducia… anche noi possiamo tradirlo come te?”.

Sì, se non convertiamo il nostro cuore. Se non cominciamo a pensare come Dio e non secondo le logiche del mondo e dei nostri interessi personali. Possiamo illuderci di fare un cammino di fede ben ritmato ma senza quella disponibilità del cuore a cambiare veramente rotta e stile di vita rischiamo prima o poi di fare la fine di Giuda e di tradire proprio noi l’intimità con Lui. Ciò che ci rende suoi amici è ascoltare la sua Parola e metterla in pratica. Ogni Via Crucis ce lo ricorda con chiarezza.

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