4 febbraio 2021

4 Febbraio 2021

Aborto: quello che non ci dicono i medici | 4 febbraio 2021

di Giovanna Abbagnara

I nostri lettori lo sanno. Siamo stati sempre una rivista fortemente pro-life, protesi a difendere in modo particolare i più piccoli e più indifesi: i bambini non ancora nati. Lo facciamo senza utilizzare nessun linguaggio aggressivo né terroristico. Con toni pacati ma fortemente ancorati alla verità dell’essere umano, abbiamo raccontato in questi anni tante storie. Storie di donne felici di essere state aiutate a portare avanti la gravidanza, storie di bambini nati grazie alla disponibilità di quanti ogni giorno spendono la vita per difenderne la sua sacralità. La nostra battaglia culturale non è solo ideologica, ha un substrato esperienziale lungo 20 anni. Venti anni di colloqui per la vita, quasi cinquecento bambini salvati dall’aborto, centinaia di donne assistite prima e dopo il parto.

C’è un dato però sul quale voglio invitarvi a riflettere: è il potere dei media riguardo al tema dell’aborto. Siamo di fronte a una strategia molto sofisticata, attuata attraverso gli strumenti che plasmano l’opinione pubblica – giornali, radio e Tv, partiti politici, agenzie culturali – per rendere “digeribile” all’uomo l’uccisione volontaria di un bambino non ancora nato.

È stato pubblicato in questi giorni in Italia un libro davvero molto interessante “La mano di Dio. Il viaggio dalla morte alla vita del famoso medico abortista che cambiò opinione” (Editrice TAU), la biografia del dott. Bernard Nathanson, da convinto abortista a sostenitore pro-life. Dopo aver eseguito migliaia di aborti – anche sul suo stesso figlio – promosso la legalizzazione in USA e guidato la più grande clinica abortiva del mondo, cambierà la sua opinione e la sua vita per sempre: smaschererà il sistema, gli inganni della politica, dei media e della medicina che aveva sostenuto. Un giorno applicando le tecniche ecografiche durante un intervento, rimase profondamente sconvolto dall’orrenda realtà dell’aborto. Da allora, Nathanson non ha mai più praticato aborti ed è divenuto un testimone della battaglia per la vita.

La registrazione di quell’ecografia è divenuta un filmato che ha fatto il giro del mondo con il titolo “Il grido silenzioso”. Nathanson, di origini ebraiche ma ateo, in seguito si è convertito al cattolicesimo e, nel 1996, ha ricevuto il battesimo. È morto nel 2011. Nella confessione che segue il dott. Nathanson spiega le tecniche di propaganda utilizzate dal movimento abortista pro choice per influenzare l’opinione pubblica americana, in maggioranza contraria alla legalizzazione.

Le impressionanti similitudini con gli avvenimenti italiani che condussero all’approvazione della legge 194 del 22 maggio 1980, con gli slogan tornati di moda nell’attuale polemica “in difesa della legge” e con le campagne in atto in diversi Paesi sudamericani, rendono evidente che i movimenti abortisti agiscono in base a strategie concertate e organizzate su scala internazionale per imporre la liberalizzazione dell’aborto, indipendentemente da luoghi, tempi e condizioni concrete di vita delle donne. Vale la pena leggere alcuni passaggi della sua confessione per capire quale grande azione diabolica c’è dietro all’aborto.

“Sono personalmente responsabile di aver eseguito 75.000 aborti. Ciò mi legittima a parlare con autorevolezza e credibilità sull’argomento. […] Cominciammo convincendo i mass media che quella per la liberalizzazione dell’aborto era una battaglia liberale, progressista ed intellettualmente raffinata. Sapendo che se fosse stato fatto un vero sondaggio ne saremmo usciti sonoramente sconfitti, semplicemente inventammo i risultati di falsi sondaggi. Annunciammo ai media che dai nostri sondaggi risultava che il 60% degli Americani era favorevole alla liberalizzazione dell’aborto. […] Il numero delle donne morte per le conseguenze di aborti illegali si aggirava su 200-250 ogni anno. La cifra che costantemente indicammo ai media era 10.000. […]. Sbeffeggiammo sistematicamente la Chiesa Cattolica e le sue “idee socialmente arretrate” e scegliemmo la Gerarchia cattolica come colpevole dell’opposizione contro l’aborto. […] La terza strategia fu la denigrazione e la soppressione di tutte le prove scientifiche del fatto che la vita ha inizio dal concepimento. […] Come scienziato so – non “credo”, ma “so” – che la vita ha inizio con il concepimento”.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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