20 gennaio 2021
20 Gennaio 2021
L’orrore in Irlanda e 1milione e 400mila aborti nel mondo | 20 gennaio 2021
di Giovanna Abbagnara
Non riesco a rassegnarmi al male. Non comprendo la ferocia e la crudeltà contro le donne e i bambini nel loro grembo. Come dice sempre il mio padre spirituale: “C’è qualcosa di diabolico dietro questo accanimento”. Non potrebbe essere diversamente. In Irlanda un Rapporto di 3 mila pagine voluto dal governo ha fatto luce su ciò che è accaduto a migliaia di donne e ai loro bambini accolti in istituti e case durante il periodo dal 1922 al 1998. Pagine di dolore, maltrattamenti, alta percentuale di bambini morti alla nascita o nei primi mesi di vita.
A redigere il rapporto è stata una Commissione di indagine appositamente costituita, la “Commission on Mother and Baby Homes”: stima che circa 56mila “madri non sposate” e circa 57mila bambini abbiano transitato nelle case di accoglienza ma aggiunge anche che è probabile che ci fossero altre 25.000 donne e un numero maggiore di bambini che non sono stati recensiti. L’80% delle donne accolte in questi istituti avevano un’età compresa tra i 18 ei 29 anni e l’11,4% (pari cioè a 5.616 donne) erano minorenni.
L’indagine evidenzia poi che alcune gravidanze erano frutto di stupro; alcune donne avevano problemi di salute mentale, altre disabilità intellettiva. Molte di loro erano comunque indigenti. Alcune temevano che la loro gravidanza potesse essere scoperta dalla loro famiglia o dai vicini di casa e sono entrate in queste case per proteggere “la loro privacy”. Sta di fatto che la stragrande maggioranza dei bambini nati in questi istituti era “illegittima” e, per questo motivo, hanno subito discriminazioni e maltrattamenti.
Si stima che il 15% dei bambini siano morti all’interno di questi istituti. L’indagine è partita nel 2017 quando fu scoperta a Tuam, nella contea di Galway, una fossa comune con i resti di circa 800 neonati. Gli istituti facevano parte del “sistema” istituti con governance, accordi e pratiche finanziarie differenti. Alcuni erano gestiti dalle autorità pubbliche sanitarie locali. Altri invece erano di proprietà e gestiti da ordini religiosi.
Una lunga nota diffusa in questi giorni dalla Conferenza episcopale irlandese a firma del presidente dei vescovi cattolici, mons. Eamon Martin, punta il dito soprattutto sulla “cultura dell’isolamento, della segretezza e dell’ostracismo sociale” che ha permesso ad un sistema così crudele di esistere.
È una pagina durissima e dolorosa non solo dell’Irlanda. Stiamo parlando del secolo scorso non di anni luce fa. È assurdo come sia potuto accadere una cosa del genere e nessuno abbia avuto il coraggio di denunciare e di mettere in luce questo sistema di violenza e di morte. Vittime ancora le donne e i bambini nel grembo materno o appena nati.
In Irlanda nel segreto venivano consumati questi orrori, in altri Paesi come in Italia la mano assassina veste i guanti bianchi della sanità e del diritto di abortire. È la stessa radice comune. Non possiamo inorridirci di fronte a questi fatti e non pensare alla violenza contro i nascituri che ogni giorno si perpetua. Nonostante l’emergenza Covid nel mondo sono già stati effettuati, dall’inizio dell’anno, 1milione e 400mila aborti, cioè 1milione e 400 mila persone. Una realtà che dovrebbe farci tremare.
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