18 gennaio 2021
18 Gennaio 2021
La dignità della morte dei 23 norvegesi e l’ipocrisia imperante | 18 gennaio 2021
di Giovanna Abbagnara
È molto difficile essere una voce fuori dal coro ma così come dobbiamo tutti sperare di uscire quanto prima dalla crisi, così dobbiamo essere lucidi nel leggere i dati e riportare le notizie nel modo corretto. Dietro ai numeri che ogni giorno vengono sciorinati dalle agenzie di stampa, dagli organi di informazione locali e nazionali, c’è la vita delle persone. Il virus ci ha abituati ad un pensiero molto pericoloso: “Si salvi chi può”. E con questo slogan ci stiamo arrendendo alla morte, inevitabile per quanti sono anziani o hanno qualche patologia. Faremo lo stesso anche sui dati che cominciano a serpeggiare sul vaccino?
Una nota agenzia del farmaco della Norvegia, la Norwegian Medicines Agency, ha diffuso due giorni fa una nota secondo la quale i vaccini anti-Covid potrebbero essere troppo rischiosi per i malati molto anziani (over 80) e per quelli terminali. Sono stati infatti registrati 23 morti, tra persone anziane “associate alla vaccinazione anti-Covid” di Pfizer-BioNtech. I funzionari norvegesi hanno detto che tutti i decessi considerati “legati al vaccino” sono avvenuti dopo la prima dose. Tredici persone sono state sottoposte ad autopsia. I risultati suggeriscono che la causa della morte potrebbe essere collegata agli effetti collaterali comuni (febbre, mal di testa, nausea, dolori muscolari, gonfiore nel sito dell’iniezione) che avrebbero aggravato le condizioni già molto fragili in cui versavano.
Ora Pfizer e BioNTech stanno lavorando con il regolatore norvegese per indagare sulle morti in Norvegia, almeno secondo quanto riferito in una mail dalla Pfizer a Bloomberg. L’agenzia regolatoria ha concluso che “il numero di incidenti fino ad ora non è allarmante e in linea con le aspettative”, precisa Pfizer. In linea con le aspettative? Mi piacerebbe conoscere queste aspettative e queste previsioni perché fino ad ora non ho letto né sentito nessuno dire quali saranno. 23 persone è un dato molto allarmante a mio avviso ed è singolare che si sia verificato solo in Norvegia e invece nel resto del mondo non ci sia nessuna segnalazione di questa entità.
Non sono contraria al vaccino, meglio chiarirlo subito. Non voglio nemmeno essere vittima di un sistema che tenta di occultare i dati reali o non riporta adeguatamente le notizie. Non si tratta di scatenare il caos su una paura e un’epidemia che ci ha già duramente colpiti ma di essere onesti intellettualmente nel dire che questo vaccino non è sicuro al 100% e non si conoscono ancora adeguatamente gli effetti e le conseguenze della sua somministrazione. Le parole contano, la vita delle persone conta. I 23 anziani in Norvegia non sono persone che “tanto dovevano morire prima o poi”, sono uomini e donne con una dignità e una storia. Da rispettare esattamente come tutte le vittime del virus. E noi abbiamo il dovere di ricordarli usando le parole giuste.
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