22 dicembre 2020
22 Dicembre 2020
Un Natale da credenti | 22 dicembre 2020
di Giovanna Abbagnara
Posso dirlo? Sono stanca, stanca di ascoltare lamenti e frasi del tipo: “Quest’anno è andata così, l’anno prossimo ci rifaremo…”. “È un Natale triste e senza senso…”. “Ci hanno tolto tutte le tradizioni”. Possibile che le nostre giornate trascorrono leggendo il libro delle lamentazioni?
Comprendo la delusione specialmente delle persone anziane, dei nonni che quest’anno non potranno vedere i nipotini e rallegrarsi per la loro presenza. E immagino quanti hanno un familiare malato o in ospedale o addirittura venuto a mancare a causa del Covid. Ma per la mancanza di baldorie, brindisi, abbuffate a tavola, non credo sentirò affatto la mancanza. Non è un problema legato all’età avanzata, nemmeno da giovane ho amato queste esternazioni eccessive e stucchevoli delle feste natalizie. È una finta allegria quella che ho spesso ammirato per le strade negli anni scorsi. Luci, suoni, regali che stordivano e distoglievano gli occhi e il cuore dall’essenziale.
Quest’anno invece abbiamo una bella opportunità anche se costretti dalla crisi. Sta a noi trasformare questi giorni in tempo di grazia. Non sperando che al più presto passino ma ricercando il senso profondo e perché no, organizzandoli in modo da viverli in pienezza. Come? Innanzitutto, da credenti. Da coloro cioè che si mettono in ascolto, in preghiera, in adorazione del Dio con noi, un Dio che viene e ha una parola da consegnarci ma perché noi possiamo riceverla in dono, è necessario fare silenzio, dedicare del tempo a Lui, vivere la grazia dei sacramenti, lasciarci abitare dallo Spirito di vita.
Alla sua Luce, noi vediamo la luce: questi giorni possono aiutarci a focalizzare le nostre zone d’ombra. Quelle pieghe della nostra anima che non vogliamo proprio stiracchiare, quelle situazioni che non vogliamo proprio rivedere, quei rapporti che necessitano di essere risanati e guariti prima che le ferite diventino distanze incolmabili. E dove non si può, consegnare tutto a Dio e voltare pagina perché sia Lui a trasformare in amore con la sua misericordia.
Dopo questo lavorio interiore e questa pulizia generale, sarebbe bello prevedere dei tempi di liturgia familiare in cui insieme si prega, ci si mette in ascolto di Dio e si consegna tutto a Lui. Che bello se la notte di Natale, dopo la Celebrazione Eucaristica, ogni famiglia potesse ritrovarsi per un momento di preghiera e alla fine deporre il Bambinello nella culla solennemente chiedendo il dono di saper custodire la luce della fede in famiglia. Vivere poi in questa luce anche il giorno di Natale, facendo uno sforzo in più a non restare incollati allo smartphone cercando di fare a tutti gli auguri con quei messaggini riciclati e condivisi all’infinito. Ricordo che il tempo di Natale dura fino all’Epifania, avremo modo di fare gli auguri a tutti.
Infine, non siamo avari nell’incontro con il Redentore Bambino! “Sono andata alla Messa delle Notte, mi risparmio quella del Giorno o viceversa”. Possibile che dobbiamo fare i tirchi proprio con Colui che con i nostri peccati ha le mani bucate? Suvvia, questo tempo di crisi trasformiamola in opportunità. Ci vuole un po’ di coraggio e un pizzico di fiducia. Se noi credenti non facciamo la nostra parte, chi la farà al posto nostro?
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