Gratitudine

di Miriam Incurvati, psicologa

Come salutare il 2020? È semplice… con gratitudine

16 Dicembre 2020

gratitudine

L’anno sta per finire. È tutto da buttare oppure sfogliando le pagine dei giorni trascorsi possiamo salvare qualcosa? Fermati e rifletti, “il dolore può farci crescere”.

Si avvicinano le tanto attese festività natalizie, con il famigerato brindisi di fine anno. Eppure, si tratta di un periodo davvero speciale: difficile, complicato, di sofferenza e di privazioni. “Un anno da dimenticare” risuona da più parti. Pandemia, lockdown, crisi economica, morti, contagi in espansione, smart working, scuole chiuse… insomma montagne di difficoltà. Oggi riflettevo su quale atteggiamento si può assumere in un tempo così complesso. Ho deciso quindi di proporvi un esercizio da fare insieme. Prendete questo articolo come una sorta di traccia da cui partire per una riflessione-meditazione. La mia proposta è sostanzialmente salutare il vecchio con l’idea che “il dolore può farci crescere”, come diceva anni fa un mio giovane paziente, e ricercare nel dolore qualcosa di buono. Seguitemi.

Fermati e rifletti. Osserva con consapevolezza l’anno appena passato. Sfoglia l’agenda, non trovi impegni, ma forse te li ricordi molto bene quei giorni, più di altri. Ricordi la solitudine, la sensazione di costrizione, la mancata libertà, la ricerca di spirito di adattamento. Bene, stai con tutto questo. Rivedi la sofferenza, il male, il disagio, affinché possano sedimentare dentro di te e spingerti al cambiamento. Qualcuno ha posto, al riguardo, una domanda importante: perché non impariamo da quanto è successo? Perché si continuano ad assumere comportamenti non preventivi? Perché abbiamo smesso di essere solidali, ma al contrario cresce l’individualismo e aumentano le liti? Forse perché tutto segue la dinamica della velocità, poco o nulla viene esaminato, elaborato con attenzione. Tu invece, puoi fare la differenza, per te e per gli altri. Fermati e rifletti sul recente passato. Riporto le esperienze che ho raccolto nelle mie consulenze durante il lockdown, sperando di poter aprire specchi dove il lettore può riconoscersi. Qualche genitore mi ha confidato, di essere stato così agitato, durante questi mesi, da condizionare la perdita di serenità per tutta la famiglia. Qualcun altro ha ammesso di aver sottovalutato, ed esposto quindi i suoi cari a rischi inutili. Altri mi raccontano di una profonda solitudine, anche in case affollate di bambini e genitori. Le esperienze non servono solo per formarci, ma da queste possiamo partire per cambiare. I primi genitori di cui vi ho parlato potrebbero esercitarsi, ad esempio, nell’arte della pazienza e della calma. Cercare questo clima non solo per sé ma anche per tutta la famiglia. I secondi potrebbero imparare a seguire le norme anti-Covid, e diffondere così l’attenzione verso l’altro. Infine, gli ultimi potrebbero imparare dall’anno che va via a condividere, a ritagliarsi spazi per stare insieme in modo autentico. Questi, dunque, potrebbero essere parte dei buoni propositi con cui aprire il 2021.

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E ora per la seconda volta ripercorri questo anno, stavolta cercando anche elementi positivi, più o meno significativi. Un sorriso, una cordialità, una telefonata, un aperitivo su zoom, un abbraccio dopo mesi di isolamento. Alimenta così la gratitudine, che parte dalla consapevolezza. La gratitudine come stato interiore, che ci muove a vedere le esperienze passate, e a cercare il buono, il bello, il valore sulla nostra storia personale. Si tratta, perciò, di un’emozione complessa che proviamo quando qualcuno fa qualcosa per noi in modo gratuito, ci fa un dono libero. E noi ci mettiamo nella condizione di ricevere il dono.  La vita forse, in qualche modo, durante il 2020 ti ha regalato qualcosa, anche se piccola. Trovala, non lasciarla scappare via. 

Uscendo dalla riflessione-meditazione vorrei fornire un contributo teorico brevissimo, che spiega l’esercizio. Potrebbe sembrare una proposta banale, o addirittura idealistica, lontana dalle esigenze reali. Tuttavia, molto interessanti sono gli studi su gratitudine e livelli di benessere. Evidenze scientifiche dimostrano infatti, che spostare il focus dalla malinconia, dalle cose che non vanno, da quello che ci manca, alla riconoscenza apre scenari di maggiore soddisfacimento personale. Robert Emmons nella sua ricerca ha osservato come riscoprire uno sguardo positivo si associ ad alti livelli di benessere percepito (https://gratefulness.org/resource/the-power-of-gratitude/).

Se dunque, la gratitudine è un ingrediente fondamentale, possiamo chiederci come si coltiva. A tal fine, indico dei possibili strumenti solo esemplificativi. Ognuno con creatività può trovare, tuttavia, numerose forme per farla crescere.

  • Il diario della gratitudine: ringraziare la vita e ringraziare noi stessi a fine giornata per una cosa ricevuta o avvenuta nella giornata.
  • Imparare a godere dei momenti piacevoli, essere presente al qui ed ora. Può essere funzionale qui, imparare a riconoscere gli stati fisici, i pensieri, le emozioni che sperimentiamo nei momenti di gioia. Siamo a volte, più abituati a lamentarci, a criticare, a difenderci, sarebbe interessante invece, tornare in equilibrio, e bilanciare anche con momenti di ringraziamento.
  • Ricordati di dire grazie almeno una volta al giorno. La gratitudine è qualcosa a cui ci si educa, più lo si fa più diventa naturale. Inoltre, è certamente anche frutto di insegnamento: i nostri figli imparano da noi, possiamo chiedergli di essere gentili, dobbiamo insegnargli ad essere grati. Solo così si genererà un circolo positivo a vantaggio di tutti.

Buone feste di gratitudine!




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