2 dicembre 2020

2 Dicembre 2020

Casa, dolce casa

di Giovanna Abbagnara

L’Avvento è iniziato e con esso la preparazione al Natale. Fervono i preparativi per la festa attesa forse quest’anno più degli altri. Si spera di tornare alla normalità, che il virus abbandoni i nostri giorni e le notti insonni per restituirci la normalità. Questo tempo ha avuto però un merito grande, ha riacceso i riflettori sulla casa. Chiaramente intesa non solo come le quattro mura dove mangiare e dormire ma il luogo delle relazioni e degli affetti più importanti. Lo spazio dove pregare e confrontarsi, amarsi e litigare. Ogni famiglia cristiana dovrebbe rivalutare la casa come il luogo privilegiato nel quale vivere la vocazione familiare. Non è semplice. Spesso proprio nella casa vengono fuori i limiti, le paure, le delusioni che si vivono anche con il mondo esterno ma anche queste situazioni costituiscono un’opportunità per crescere ed essere famiglia.

Ricordo con gioia i pellegrinaggi fatti in Francia sulle orme dei santi Luigi e Zelia Martin. Ad Alençon, piccola cittadina della Normandia, è possibile visitare non un Santuario nel senso classico del termine ma intatta, in Rue St Blaise, c’è proprio la casa dove ha vissuto questa santa famiglia. Ancora oggi il pellegrino che si reca ad Alençon può varcare la soglia e visitare l’abitazione attraverso un percorso che tra luci e suoni lo riporta alla bellezza di una quotidianità scandita dal cigolio delle porte che si aprono, il gorgoglio delle pentole sul fuoco, il dondolio della sedia dove Zelia sedeva durante le sue lunghe ore di lavoro come ricamatrice, lo scrittoio dove scriveva le sue Lettere. E poi si percorrono le scale che vanno alle camere da letto mentre si ascolta la voce di Teresa, un frugoletto piccolo di appena due anni che ad ogni gradino chiama la mamma e la madre risponde dolcemente: “Therese”. Ancora le camere da letto, quelle delle bambine con la statua della Vergine del Sorriso dove la famiglia si riuniva per pregare e infine la camera di Luigi e Zelia Martin con la statua di san Giuseppe davanti alla quale Zelia e Luigi si inginocchiano per chiedere la grazia della guarigione ma anche il conforto per la perdita di quattro dei loro nove figli. La camera da letto è divisa da una parete di vetro dalla Cappella di Santa Teresa cosicché chi prega o partecipa a Messa lì può capire che la santità di questi sposi è fatta di gesti piccoli, di tenerezze quotidiane, di sacrificio sopportato con amore, di dolore offerto, di carità operosa. Sì, il focolare domestico di questa famiglia è il luogo dove Luigi e Zelia si sono santificati.

Pensiamo allora alle nostre case, ai luoghi dove si consuma l’intimità e la bellezza della vita familiare. È il luogo dove risplende il primato di Dio? È lo spazio dove la famiglia si riunisce per pregare insieme intorno alla mensa o di sera davanti ad una immagine della Vergine per affidare a Lei tutte le nostre necessità? Tra le mura domestiche, Luigi e Zelia vivevano l’arte della contemplazione di Dio ma anche reciproco. Contemplazione che significa cura, attenzione verso l’altro. I loro occhi erano ben collocati verso Dio e questo amore permetteva loro di avere un’attenzione reciproca. La loro casa era aperta e accogliente per chiunque bussasse perché il cuore di questi sposi era caldo, spazioso e pronto al “dono di sé”. Al processo per i genitori, Celina Martin, al Carmelo Suor Geneviève, depone circa l’amore del papà e della mamma verso i poveri: “Se in casa nostra regnava l’economia, quando si trattava di soccorrere i poveri vi era la prodigalità. Li si preveniva, li si cercava, quando non si insisteva per farli entrare in casa, dove erano nutriti, riforniti di viveri, vestiti, esortati al bene”.

In casa, fra le calde e amorose pareti domestiche, ognuno ha ricevuto e dato. Nonostante il lavoro di entrambi, l’uno e l’altro hanno comunicato i primi elementi della fede ai propri figli, sin da bambini. Sono stati i primi maestri nell’iniziare i figli alla preghiera, all’amore e alla conoscenza di Dio, facendosi vedere a pregare da soli e insieme, accompagnandoli alla Messa e alle visite al SS. Sacramento. Quelle mura sono state anche attraversate da un grande dolore: la malattia e la morte di Zelia a 46 anni per un carcinoma al seno. Insomma, liturgia domestica alla quale ogni famiglia è chiamata. Una bella provocazione per i nostri giorni.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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